Quest’anno non ci sono state grandi sorprese. Erano gli (ormai ex) juventini Ramsey – ‘Calciobidone’ in carica – e Arthur, oggi al Liverpool, gli indagati principali per la vittoria dell’Edizione 2022. E, come spesso accade quando i competitor hanno meno
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Calciobidone 2022, si torna a votare con Ramsey e Kokorin
E anche quest’anno, nonostante tutto, il Calciobidone torna a colpire. Lo fa nella sua 14^ Edizione, con l’obiettivo dichiarato, come sempre, di trovare il capro espiatorio straniero della passata stagione calcistica, che ora si prenderà una pausa per
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Calciobidoni si conferma nel 2022 Miglior Sito per Reviewbox.it
Dopo aver conquistato, per la prima volta, la Certificazione di Miglior Sito 2021 da parte dai responsabili Digital Media del sito Reviewbox.it, (gestito dalla Global Commerce Media GmbH), Calciobidoni.it bissa questo riconoscimento anche nel 2022. Sono stato infatti informato che, in base a una nuova indagine di settore da loro realizzata, ho confermato l’identico punteggio conseguito lo scorso anno, pari a 38/40
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«Dio è bulgaro», disse. Con queste parole si capì che prima di giungere in Italia non aveva certo fatto un bagno di umiltà. Pensava fosse giusto, pensava di essere un messia, un vate, probabilmente perché era stato abituato molto bene sia dai tifosi del CSKA che da quelli del Barcellona. Non si può certo dire che non li meritasse, anzi tutt’altro, visto che segnava con impressionante puntualità e si portava a spasso le difese avversarie. Scarpa d’Oro grazie alla caterva di reti realizzate in Patria, quattro scudetti ed una Coppa dei Campioni, datata
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Per completare una stagione di Serie A servono ormai più di 500 calciatori, ed è inevitabile che non tutti siano fuoriclasse come Buffon, Tévez o Higuaín, e men che meno primatisti di presenze come Javier Zanetti, Totti o Del Piero. Nel campo di calcio, come sul palcoscenico, accanto ai protagonisti ruotano i comprimari, che spesso sono presenze davvero sporadiche, se non vere e proprie meteore in un campionato che resta, nonostante tutto, uno dei più seguiti e ambiti del calcio internazionale. Per ogni giovane aspirante campione, mettere piede su un campo di Serie A è un sogno, un traguardo, la linea di confine tra la mediocrità e la possibilità di sfondare
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La sua esperienza in Italia è stata controversa. L’avventura di Udine non è stata delle più felici, in termini di numeri: rimase solo una stagione e addirittura fu costretto a restare inattivo l’anno seguente per far posto ad una “stella” del firmamento mondiale. Eppure tutti lo ricordano con affetto. Ed è per questo che ho ritenuto opportuno non realizzare una Scheda tutta sua su Calciobidoni: troppo definirlo Bidone, forse troppo poco annoverarlo tra le Meteore. Stiamo parlando di Ivica Surjak, che arrivò all’Udinese di Franco Dal Cin (quello che
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Correva l’Estate del 1994, quella dei Mondiali negli Stati Uniti: a Brescia però, la massima rassegna intercontinentale passava in secondo piano: la locale squadra, guidata nella stanza dei bottoni dal compianto Gino Corioni, era appena stata promossa in Serie A e il suo fuoriclasse indiscusso, tal Gheorge Hagi, che era stato decisivo per le sue sorti e per la conquista della Coppa Anglo-Italiana, lasciava la Lombardia per approdare al Barcellona per 5 miliardi di Lire, non prima di partecipare alla rassegna statunitense con la Nazionale della Romania. In panchina c’era ancora Mircea Lucescu, che è
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Si tratta dell’ennesimo, giovanissimo giocatore nigeriano “importato” in Italia direttamente dall’Africa, ad opera della Reggiana di Franco Dal Cin. Nel 1997 il club emiliano era appena retrocesso in Serie B e prelevò, tra gli altri, questo giovane centrocampista destinandolo alla propria formazione “Primavera”. La stagione seguente la società granata gli permise di fare un’esperienza nella Serie A romena, ma già nel mese di Gennaio 1999 lo fece rientrare in Emilia per spedirlo in Puglia (insieme all'attaccante Njoku Kent), per cercare di farlo ambientare in Italia. La Fidelis Andria infatti, si disse
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«UndiciMetri» è una raccolta di memorie del calcio che porta dentro alla storia e alle storie del momento fatale: il fatidico tiro dagli undici metri, dove si consuma il tutto o il niente, il buio o il miele. Il rigore, già. Una metafora della vita, la sfida tra due giocatori, uno contro l’altro, l’incaricato del tiro e il portiere, ritornano Achille e Ettore. È la linea sottile che divide la festa dal dramma, il trionfo dal baratro, la morte dalla vita. È il rito della ghigliottina in piazza, anche se rotolano palloni, non teste. Un tiro dal dischetto può avere il potere di “macchiare” un’onesta carriera di calciatore discreto. Può segnare in maniera indelebile un giocatore, nei ricordi dei tifosi, che può venir ricordato ai posteri
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“Calciobidoni - Non comprate quello straniero” è una sorta di bestiario, di fantozziano memoriale sull’esterofilia del calcio italiano dal 1980 fino alla stagione appena conclusa, di vero e proprio vademecum per presidenti e direttori sportivi per non lasciarsi tentare dalle sirene del “calcio d'agosto”... Storie di calcio per ridere, ricordare, arrabbiarsi: la vicenda dello straniero sconosciuto e affascinante, del cinese con la saudade, del brasiliano più bravo con le donne che con il pallone, del finlandese che perse il posto in squadra ma riuscì a laurearsi a Bologna, del campione triste, del figlio del dittatore, del fratello scarso di Maradona, del giapponese con l’interprete al campo d’allenamento
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