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«I Mondiali dei Vinti»
(di Matteo Bruschetta)
«Storie e miti delle peggiori Nazionali di calcio»: è il Libro d’esordio della Collana “Storie Mondiali” (Volume 1) di Marco Bruschetta, con Prefezione di Nicola Roggero
10/01/2020
di Cristian Vitali
Da una parte i vincitori, sul gradino più alto del podio, con la Coppa in mano e la medaglia al collo. Dall’altra gli sconfitti, che piangono lacrime amare e non sanno se capiterà un’altra occasione.
Matteo Bruschetta racconta in modo inedito e agrodolce, le dieci peggiori nazionali della storia dei Mondiali di calcio, le facce, le difficoltà e le speranze vane di chi non ce l’ha fatta. L’autore spezza dunque le catene della narrazione ufficiale, per fare spazio a personaggi poco conosciuti al grande pubblico del calcio. Dieci avventure inedite e tragicomiche raccontano il gioco più bello del Mondo, attraverso i capitoli più curiosi e meno celebrati. “Il meglio del peggio” di venti edizioni dei Mondiali di calcio: nazionali dimenticate in fondo alla classifica, isole minuscole come Haiti o nazioni gigantesche come la Cina, democraticamente accomunate dalla sconfitta. A rendere magico il romanzo dei Mondiali non sono solo le eroiche gesta del Brasile di Pelé o dell’Argentina di Maradona. A raccontare le storie sono personaggi insoliti e marginali, ma non per questo meno poetici: allenatori giramondo e portieri sfortunati, dilettanti allo sbaraglio e campioni nati nel posto sbagliato. Una serie di miti ed eroi improbabili, che ripercorrono la sorprendente ascesa nelle qualificazioni e la disastrosa caduta ai Mondiali della loro nazionale, documentata con statistiche e curiosità. Gli occhi disillusi degli ultimi raccontano la manifestazione calcistica che, più di ogni altra, rappresenta un fenomeno sociale in grado di narrare la propria contemporaneità. Dentro a ogni racconto ci sono storia, geografia, cultura, società e molto altro ancora. Vittorie (poche) e sconfitte (tante) si mescolano al contesto sociale e politico degli stati dell’Africa, America e Asia da dove arrivano i protagonisti. “I Mondiali dei Vinti” è il manifesto di un modo romantico di intendere il calcio, in contrasto con lo spettacolo mainstream e le sue logiche commerciali. Se ricordate il preciso istante in cui avete pianto dopo aver frantumato il sogno che inseguivate da anni, se anche voi volete conoscete da vicino come si riesce a viaggiare con speranza pur senza arrivare mai, “I Mondiali dei vinti” è un libro che sarà capace di emozionarvi e lasciarvi addosso la salata sensazione di una sconfitta immeritata.
Titolo: «I Mondiali dei Vinti: Storie e miti delle peggiori Nazionali di calcio»
Autore: Matteo Bruschetta
Editore: Football Not Ballet - Matteo Bruschetta
Pagine: 156
Prezzo: € 14,99
Pubblicazione: 02/2018
RECENSIONE —
«I Mondiali dei Vinti» è l’opera prima di Matteo Bruschetta, e rappresenta anche il Volume inaugurale della Collana intitolata “Storie Mondiali”. Ma contrariamente alle pubblicazioni solitamente dedicate alla massima rassegna intercontinentale, nelle quali vengono celebrate le vittorie e l’epopea delle Nazionali capaci di vincere più volte il titolo (grazie a campioni conosciuti da chiunque), l’autore pone il proprio sguardo narrativo su ben altri protagoniste: le Nazionali che solitamente fanno molta fatica anche solo a qualificarsi ad una fase finale, e quando (e se) un bel giorno accade,
questo evento viene accolto come un trionfo che riscatta il senso di rivalsa di un’intera Nazione, sportivamente parlando ben abituata a perdere. Protagonisti dei 10 racconti del volume altrettanti partecipanti ad un’Edizione dei Mondiali in rappresentanza di una Nazionale ben poco abituata a questi palcoscenici (in ordine sparso, dal 1938 al 2006, Bolivia, Iraq, Togo, Canada, Indie Orientali Olandesi, Emirati Arabi Uniti, Cina, Haiti, Zaire, El Salvador), e che, almeno inizialmente, si sentono un po’ come l’infiltrato alla festa, coinvolto in qualcosa che è più grande di lui. Ogni protagonista racconta la spedizione in prima persona, partendo dal passato, raccontando spesso anche molto delle proprie esperienze, e non mancano considerazioni molto personali, per poi spesso concludere con il prosieguo della propria carriera. Questa caratteristica narrativa permette al lettore di adeguarsi al “clima” del contesto oggetto di illustrazione. Sembra quasi che
l’avventura del Mondiale rappresenti solo una piccola tappa del racconto, ma in realtà permea durante tutta la narrazione. La punta dell’iceberg è probabilmente Bora Milutinovic, da sempre considerato lo “zingaro” del pallone per eccellenza, che ha portato per la prima volta
la Cina – quella di Ma Ming Yu – in una fase finale, nel 2002 in Corea e Giappone. C’è poi lo Zaire sconfitto dalla Jugoslavia 9-0, la debacle più pesante nella storia dei Mondiali, al pari di quella subita dalla Corea del Sud contro l’Ungheria nel 1954. E la celeberrima, improvvida e sgraziata “spazzata” tesa a bloccare una punizione del Brasile, passata alla storia come “ignoranza africana”, era in realtà un tentativo di evitare un passivo più pesante che avrebbe significato una sicura rappresaglia, con pericolo di morte, al rientro a casa dei giocatori. Ma è interessante anche constatare che nel 1938 per andare ai Mondiali bastava uno spareggio tra disperate, che però le Indie lo evitarono perchè per varie ragioni, Giappone e Stati Uniti preferirono rinunciare. E così, quella Nazione di sangue misto si trovò ai Mondiali senza aver giocato neppure una gara di qualificazione. Altri tempi! Insomma, le curiosità non mancano e la lettura, seppur riguardi personaggi ben lungi dal trovarsi a sollevare l’ambito trofeo, risulta decisamente coinvolgente.