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«Da Andrade a Zagorakis. Piccola enciclopedia di bidoni e meteore della Serie A»
(di Autori Vari – a cura di Alessio Dimartino)
Ecco un'altra variazione sul tema dei bidoni e delle meteore che hanno fatto la loro comparsata nel nostro campionato di calcio
01/02/2014
di Cristian Vitali
Chi è arrivato con l’impegnativo quanto poetico soprannome di ‘Uragano Azzurro’, senza che dopo un anno intero qualcuno capisse a quale caratteristica fisica o tecnica questo poetico e impegnativo soprannome si riferisse. C’è chi, da attaccante, ha fatto un unico gol in campionato, scatenando la furia cieca dei propri compagni di squadra. Avevano scommesso sulla loro sconfitta, l’attaccante spuntato unico ignaro. Tanto, quando segna quello? Devono aver pensato. C’è chi era bello e impossibile fuori dal campo, ma sul rettangolo verde precipitava nella mera possibilità del brutto. C’è chi in patria era un celebrato fuoriclasse e giungendo qui è rimasto solo celebrato. Senza specificare con che tipo di delicati epiteti. Ma c’è anche chi ha trovato altrove montagne di gol e applausi, quando qui da noi ha raccolto solo manciate di pali a porta vuota e pernacchie. C’è un po’ di tutto, insomma, in questa raccolta di protagonisti del calcio, in qualche occasione loro malgrado. Ma un unico filo rosso a tenerne unita la trama: l’essere strapagati per fare una cosa che non sapevano fare. O almeno che non hanno saputo fare qui da noi.
Titolo: «Da Andrade a Zagorakis. Piccola enciclopedia di bidoni e meteore della Serie A»
Autore: Vari – A cura di Alessio Dimartino
Editore: Giulio Perrone
Pagine: 160
Prezzo: € 10,00
Pubblicazione: 12/2013
RECENSIONE —
L’idea, il progetto editoriale è divertente e ci stuzzica parecchio, e non potrebbe essere altrimenti. Il volumetto
“Da Andrade a Zagorakis” (160 pagine) sembra un mix tra il pioneristico, dissacrante e romanzesco
“Bidoni – L’Incubo” del giornalista Furio Zara e l'altrettanto dissacrante, ma più descrittivo,
“Calciobidoni – Non comprate quello straniero” del sottoscritto. Nel senso che
fonde un po’ di fatti con molta narrativa. Trenta racconti per altrettanti autori, ognuno dei quali ha voluto descrivere il proprio punto di vista, se non come ha personalmente vissuto, l’esperienza del peggior “bidone” – o quello che più lo ha colpito – della propria squadra del cuore. Ogni racconto parte da un giocatore esacrabile e dalle gesta dimenticabili, per raccontare, spesso in forma fiabesca, la sua disavventura in chiave derisoria, con molta licenza di inventare, come se stessimo parlando di un regista alla Pirlo.
Molti di questi sono spassosi e si leggono d’un fiato (cito, in ordine sparso, quelli che hanno come protagonisti Calderon, Bartelt, Hugo Maradona – fratello di – Bogarde e Cesar Gomez), anche perché abbastanza fedeli alla realtà, mentre
altri si rivelano farraginosi forse perché escono un po’ troppo dal seminato, dai binari contorti delle disavventure effettivamente vissute. Peccato per l'eccessiva frammentazione di stili di scrittura, dovuta appunto alla presenza nel volume di racconti di autori diversi. E non si può non notare che Roberto Luis Trotta non era un attaccante, bensì un difensore, e non arrivò certo per sostituire un giovanissimo Totti, lasciato in panchina, ma per comandare la difesa. In ogni caso si tratta di
una raccolta godibile, consigliata particolarmente agli appassionati del genere, particolarmente ai tifosi sfegatati che ricordano tutto – ma proprio tutto – della propria squadra del cuore.