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«Bidoni - L’Incubo»
(di Furio Zara)
Furio Zara racconta le storie dei «brocchi di razza e degli avventurieri» approdati nella Penisola dal 1980 ad oggi
26/01/2008
di Cristian Vitali
Aaltonen è solo uno dei “100 campioni in teoria, brocchi di razza, guitti, avventurieri e giullari del calcio italiano dal 1980 ad oggi” che sono ritratti da Furio Zara nel libro «Bidoni – L’Incubo», edito da Kowalski.
Una spassosa galleria di “pacchi e contropacchi” del nostro calcio. Qualche esempio: Stefan Effenberg, due stagioni nella Fiorentina, “il mistero buffo del wurstel biondo perennemente incazzato”; il “Piccolo Buddha” Ivan de la Pena (Lazio, 1998/99 e 2000/01); Dennis Bergkamp (Inter, 1993/94 e 1994/95) che faceva “dribbling filosofici, dribbling di chi - dopo una finta che sbilancia l'avversario - pone una domanda senza risposta”; Luther Blissett (Milan, 1983/84), “uno che sbagliava gol con il sorriso sulle labbra” e che divenne “un nome multiplo” usato da scrittori e intellettuali senza che lui ne sapesse nulla; Dertycia (Fiorentina, 1989/90), che doveva mettere dentro gli assist inventati da Baggio e che invece si “intristì e perse i capelli, lui che fino a qualche mese prima avrebbe potuto fare il testimonial di uno shampoo”; e infine Aleksandr Zavarov (Juventus, 1989/90 e 1990/91), ultimo della lista, un “figlio della rivoluzione culturale sovietica, perfetto spot pallonaro della grande riforma che Gorbaciov stava attuando proprio in quei giorni”. A scorrere l’elenco,
si trovano parecchi nomi eccellenti che nel campionato italiano hanno fatto flop (anche se qualche scelta appare discutibile): Futre, Gascoigne, Hagi, Rivaldo, Rush, Scifo. E addirittura Maradona. Ovviamente non si tratta di Diego Armando, ma del fratello Hugo Hernan, all’Ascoli nella stagione 1987/88. Un altro pacco bello e buono rifilato però su interessato consiglio del “Dio” del calcio. «E' più forte di me» disse Diego quando lo presentò ai tifosi marchigiani. Chissà come se la rideva sotto i baffi.
Titolo: Bidoni - L’incubo
Autore: Furio Zara
Editore: Kowalski
Pagine: 271
Prezzo: € 10,00
Pubblicazione: 09/2006
RECENSIONE —
Il primo libro sui “bidoni” del calcio: l’idea è originale e ricca di spunti, vista la crisi attuale del pallone. Il giornalista Furio Zara, all’esordio in qualita’ di scrittore, la trasforma in un prodotto vincente: con uno stile di scrittura sarcastico ed impietoso, semplice e pulito, ma anche ricco di aggettivi e minuzioso nella descrizione dei particolari, sceglie
cento calciatori-bufale e ne racconta la (dis)avventura italiana in chiave assolutamente ironica, quasi ai limiti dell’oltraggio, con un gradevole effetto romanzato. Non tutto quel che viene raccontato, infatti, corrisponde al vero ma, si sa, quando le cose vanno male, in giro se ne raccontano di peste e corna, e tutto diventa possibile:
l’autore non fa altro che assecondare le leggende dell’anticalcio che i tifosi si tramandano stagione dopo stagione. Non aspettatevi, quindi, un resoconto dettagliato di natura tecnica: non interesserebbe a nessuno, del resto. Per ogni “protagonista” viene invece confezionato un racconto che mescola realta’ con leggenda, partendo da un singolo episodio che lo ha contraddistinto – se non marchiato a vita – nell’immaginario collettivo dei tifosi. Un esempio? Hugo Hernan Maradona, fratello di, per cui “Re” Diego preannunciò una carriera più folgorante della sua: fu come sparare sulla Croce Rossa. Già a partire dall’accattivante grafica della copertina – che fa il verso al famoso reality di Italia 1 “Campioni - Il Sogno” – ci si rende conto che
si tratta di uno scritto da leggere tutto d’un fiato, nel piu’ totale relax, ricordando con una punta di malinconia (accompagnata da grasse risate di puro gusto) le gesta di “brocchi di razza, guitti, avventurieri e giullari del calcio italiano dal 1980 a oggi”. Furio Zara ha scelto di inserire alcuni giocatori anziche’ altri piu’ che per il loro impatto sul calcio italiano, sull’effetto che hanno avuto nell’immaginario dei tifosi, sui comportamenti fuori e dentro al campo, sulle storie piu’ divertenti. Questo e’ il suo giudizio, perche’ di “bidoni” peggio di quelli raccontati ce ne sono eccome ma, forse, non avevano una storia interessante da raccontare. Insomma, calciatori di ogni genere e specie, che hanno lasciato un segno indelebile nella vasta platea del tifo ma non per le loro imprese sportive, fino a vere e proprie meteore che persino i compagni di squadra faticheranno a ricordarsi. Consigliato in particolare a chi “vive” di calcio a 360 gradi tutti i giorni dell’anno.