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Calciobidone 2025: un altro passo indietro


Alla ricerca del successore di Pogba, detentore del titolo da ben due anni: in lizza tre giocatori del Toro, due di Juventus e Milan, uno a testa per Inter, Roma e Udinese


Puntuale come il Panettone a Natale, torna il sondaggio del Calciobidone, come sempre orientato ad eleggere il peggior giocatore straniero del Campionato di Serie A con riguardo alla stagione scorsa. Giunto alla 17^ Edizione (e qualcuno farà i fatidici ed intramontabili scongiuri), sotto l’ormai consueta ironica regia di Cristian Vitali di Calciobidoni.it, sono stati selezionati dalla Giuria i nominativi dei dieci Candidati al non certo ambito titolo.

LA GIURIA SELEZIONATRICE – A scegliere i potenziali flop dell’anno sono stati Daniele Bartocci, Emanuele Giulianelli, Darwin Pastorin, Matteo Politanò, Fabrizio Ponciroli, Eleonora Rossi - fresca new entry: giornalista, conduttrice e autrice milanese - nonchè Ivan Zazzaroni, in quanto Direttore del Guerin Sportivo, testata partner di questa graffiante e ormai consolidata iniziativa, oltre a Calcio 2000, anche se le pubblicazioni cartacee, purtroppo, continuano ad essere sospese a causa dei noti problemi dell’Editore, Visibilia.
IL FESTIVAL DEGLI ERRORI – Ma ecco finalmente il pezzo forte, vale a dire la Flop Ten da votare: DOUGLAS LUIZ (Juventus), DOVBYK (Roma), EMERSON ROYAL e JOAO FELIX (Milan), KOOPMEINERS (Juventus), OKOYE (Udinese), SALAMA, SANABRIA e SCHUURS (Torino), TAREMI (Inter).
LA SCELTA DEL PUBBLICO – Diamo pertanto il via alle votazioni, che potranno essere effettuate tramite i nostri Profili Social (Facebook e Instagram), oppure attraverso gli appositi form inseriti sul sito di Calciobidoni.it e su quello del Guerin Sportivo, oltre che direttamente a questo link dedicato. Con la possibilità di segnalare, su quest’ultimo portale (a questo link), un altro giocatore – perchè di “bidoni” ce ne sono parecchi – che sarà conteggiato nella speciale menzione Jolly. Pertanto, come da tradizione, avremo due vincitori: il Calciobidone “ufficiale”, scelto dalla “Flop Ten”, che spodesterà giocoforza Paul Pogba, trionfatore delle ultime due edizioni (2023 e 2024), e il citato “Jolly”: lo scorso anno ad essere maggiormente votato è stato il senegalese Demba Seck (prima al Torino, poi al Frosinone, completamente a secco di gol e quindi girato al Catanzaro, anche qui segnalandosi negativamente. Per votare c'è tempo fino al 31 Dicembre!
In Locandina, per “bilanciare” la scelta di limitare la votazione ai soli calciatori stranieri, un personaggio tutto nostrano, che viene da un’annata ovviamente negativa: e dopo aver già idealmente rappresentato il Calciobidone in passato, quando vestiva la maglia della Roma, ecco nuovamente il controverso Nicolò Zaniolo, lo scorso anno ancora deludente tra Atalanta e Fiorentina. Come recita il claim del sondaggio di questa edizione, “un altro passo indietro”.


La Giuria del Calciobidone 2025

Il Video Ufficiale del Calciobidone 2025

La “Flop Ten”: i Candidati al titolo di Calciobidone 2025


In rigoroso ordine alfabetico, ecco a voi i Profili della Flop Ten , composta dai 10 Candidati al titolo, appositamente selezionati dalla Giuria. I testi sono stati redatti da Cristian Vitali e Daniele Bartocci: le relative descrizioni saranno utili agli utenti per capire le principali motivazioni che hanno portato alla loro scelta.

DOUGLAS LUIZ (Juventus)

«Sono venuto qui per imparare ma anche per insegnare quello che ho imparato, quindi sento questa responsabilità e voglio prendermela»

PROFILO CANDIDATO 1 – Giunto a Torino con l’etichetta del gran colpo, Douglas Luiz ha portato con sé una certa visione, tecnica e... un ottimo trolley. Sul rettangolo di gioco si è visto poco, ma ha indubbiamente visitato ogni angolo dello Stadium, con passo lento e sguardo assorto. Sembra aver perfino chiesto delle info su dove si trova il centrocampo. “Non sono venuto qui solo per pubblicare foto, nessun altro l’ha fatto, e voglio che le cose siano diverse. Sono venuto qui con un obiettivo, e ho ascoltato il mio cuore quando sono arrivato e ho deciso di firmare. Ora voglio che mi rispondiate: perché un acquisto come il mio non ha giocato due partite consecutive con questa maglia?”. Enigmatiche le sue parole, così come la sua presenza in campo: è la risposta sbagliata alla domanda che nessuno aveva fatto. Arrivato come mezzala o centrocampista di qualità, si è rivelato un perfetto invisibile, un vero fantasma della mediana. Le statistiche sono emblematiche: 27 presenze tra Serie A, Champions, Supercoppa Italiana e Mondiale per Club, solo 6 da titolare, 877 minuti in campo, zero spaccato alle caselle gol segnati e assist. Un mix di infortuni, défaillances e incomprensioni. Potrebbe essere perfino protagonista al programma “Chi l’ha visto?”: cercasi contrasti vinti. Il brasiliano ha portato a Torino un pressing moderato (scusate, inesistente), una tecnica (molto) “di base” e una capacità di inserimento veramente prolifica (soprattutto sui social network). Il buon Douglas ha giocato più da subentrato che da titolare: e quando è partito dal primo minuto, sembrava essere un infiltrato. Un fantasma in maglia bianconera, che ha fatto più presenza nei meme che in campo. La sua cessione al Nottingham Forest è la logica conseguenza.
INVISIBILE.

DOVBYK (Roma)

«So che qui ci sono più pressioni e io ne avrò particolarmente. La Roma ha una grande storia, senza pressione non esiste il calcio»

PROFILO CANDIDATO 2 – L’ucraino, già inseguito giovanissimo dal Torino, arriva lo scorso anno in Italia forte di buone credenziali da rapace di area di rigore; l’investimento è importante (36 milioni di Euro) tuttavia, nonostante i numeri non siano proprio così negativi (17 reti complessive, di cui 12 in Campionato), la sensazione è di avere a che fare con un giocatore troppo statico, poco mobile e lento come un bradipo. Dopo aver provato a cederlo in Estate, è rimasto nella Capitale in quanto i giallorossi non sarebbero riusciti a rientrare dall’investimento, ma la stagione con Gasperini, che sta cercando di recuperarlo, non è iniziata nel migliore dei modi: non si contano le occasioni mancate e quelle sprecate, con imprecazioni da parte del Gasp molto accese, tant’è che più volte si accomoda in panchina (ma non è che l’attacco della Roma abbia della alternative così valide). Nonostante l’impegno, Dovbyk è apparso spesso avulso dal gioco della squadra, non a caso è soprannominato “Gigante Buono”: troppo buono, a tal punto che adesso questa caratteristica si è trasformata in una critica per il suo atteggiamento molle in campo. Il top (del flop) lo si è visto nella gara di Europa League contro i francesi del Lille, allorquando ha sbagliato due rigori: «Contro il Lille è stato un momento davvero spiacevole nella mia carriera, il primo a questo livello». Anche bugiardo, ma di quelle bugie che si perdonano, purché si rimedi. Confidiamo nelle innate capacità di Gasperini.
MOLLO.

EMERSON ROYAL (Milan)

«Tutti i brasiliani che sono passati da qui hanno scritto una bella storia e spero di farlo anch’io. Ho scelto la maglia numero 22, so che è stata di Kakà»

PROFILO CANDIDATO 3 – Un terzino assai moderno, forse più “Royal” che “Emerson”. La vera monarchia nel calcio, sovranità allo stato puro: eleganza nei movimenti, stile regale, look impeccabile per l’imperatore Royal della corsia. D’altronde, quando si trattava di difendere, sembrava più interessato alla coreografia che al contrasto. Un bottino davvero “Royal” per il Milan, che lo acquista dal Tottenham per 15 milioni: d’altronde, il nome è una garanzia. Per lui 26 presenze con la maglia rossonera, senza riuscire a segnare o a fornire assist. Un curriculum che farebbe impallidire anche il più modesto dei difensori dei campionati giovanili di provincia: appena 1.868' sul terreno di gioco, una stagione che qualcuno definisce in stile ‘complemento d’arredo tattico’. Altro che monarca: grande spinta sulla corsia, cross in curva e sguardo perso sulla tribuna del Meazza. Fortuna qualche contrasto vinto, sì ma in allenamento… Non partecipa, non crea, non entusiasma ma in compenso disturba il pubblico con il suo atteggiamento. Ah, dimenticavamo: tanti i chilometri percorsi, tutti in linea retta: e quando c’era, non ci si faceva caso. Ma quando non c’era si stava molto meglio. Altro che sprint e sovrapposizioni: febbre e mal di testa diffusi a San Siro con il terzino “Royal”. Il Milan cercava un upgrade sulla corsia, ha trovato a sorpresa un downgrade con un pizzico di samba incorporata. Un bidone silenzioso, incompreso, infortunato, che non lascia mezza traccia sull’erba, per la felicità dei giardinieri di San Siro, che lo vedono partire destinazione Flamengo, generando una minusvalenza vista la cessione a 9 milioni. Più cerimoniale che funzionale, ha vissuto la Serie A come un sovrano in esilio.
SPACCIATO.

JOAO FELIX (Milan)

«Mi piacerebbe rimanere per fare la storia. Anche l’Inter mi aveva cercato, ma avevo già scelto il Milan. Il mio idolo è Kakà, mi ispiro a lui»

PROFILO CANDIDATO 4 – Un arrivo al Milan veramente toccante, commovente. João Félix Sequeira a Milano è stato come mettere un quadro del fenomeno Picasso in una ferramenta. Arrivato nel mese di Febbraio in Lombardia in prestito come il colpo di genio di mercato (con l’aura del predestinato), ha chiuso con ben 21 presenze (solo 7 da titolare), 3 gol e un assist. Un bottino quasi da difensore centrale in crisi esistenziale. Un talento sfumato tra le pieghe del marketing: ogni suo movimento sembrava preludio a qualcosa di magico… che però non arrivava mai. Dribbling che sembravano travolgenti, tunnel magici all’avversario, giocate da mago ma poi… passaggio al raccattapalle, con “standing ovation” da parte del pubblico. Che dire, il portoghese ha alternato giocate fantasy da Play Station a sparizioni degne dell’illusionista Houdini. Dice di ispirarsi a Kakà, con cui condivide una pur vaga somiglianza, che però è limitata al volto. Il felice Félix (oggi in Arabia Saudita sembra aver portato finalmente tanta gioia e un ulteriore pizzico di magia) ha regalato ai tifosi del Diavolo più illusioni che giocate. Poverino: quando non si incartava da solo con le sue invenzioni, si incastrava con il pallone, spazzato via dal vento come una foglia leggera. Il Milan cercava estro, ha trovato un portoghese estroso (bello come una cartolina di Milano) che ha fatto il minimo sindacale. E se il pallone fosse arte, Félix sarebbe stato una cornice preziosa, elegante ma desolatamente vuota.
EVAPORATO.

KOOPMEINERS (Juventus)

«Ho visto che c’è fame e la giusta energia nel gruppo. La Juventus nella sua storia ha vinto tanti titoli e questo è un nostro obiettivo

PROFILO CANDIDATO 5 – Da Bergamo con furore. “Quando vieni acquistato per 50 milioni come è capitato a me e la squadra non va bene in generale, è normale che la gente pretenda di più”: sono dichiarazioni importanti quelle recenti griffate “RoboKoop”. Il trequartista per eccellenza, anzi l’ala, anzi il regista, anzi il trequartista. Anzi, il mediano tocca-palloni della Zebra Bianconera, all’eccezione anche psicologo per Douglas Luiz. Tra le mille difficoltà nel trovare una giusta collocazione tattica, vari acciacchi e cambi di allenatore, la sua annata è stata un autentico flop. Una miseria di 5 gol e 3 assist in 44 presenze per quasi 60 milioni spesi. Un metronomo mancato, un ‘cervello’ ancora tutto da scoprire. Un costoso fermacarte, arrivato a Torino con stile olandese e slide Power Point su inserimenti, geometrie e verticalizzazioni: una presenza in campo che sembra quasi quella di un turista spaesato alla Stazione di Porta Nuova. E, come se non bastasse, quando riusciva a non sbagliare passaggi elementari (meglio, probabilmente, quelli filtranti alla PlayStation), si dilettava in incredibili bombe a mano da centrocampo che finivano nei parcheggi dello Stadium, facendo infuriare i professori del Fantacalcio. Per qualcuno, il geometra olandese ha fatto più danni che la grandine. E, anziché dominare, ha finito per essere ‘dominato’. RoboKoop, se ci sei batti un colpo.
TURISTA.

OKOYE (Udinese)

«Sicuramente l’Inter sarebbe stata un sogno, ma non mi stresso e continuerò a guardare avanti. Con il duro lavoro e prestazioni costanti, qualcosa del genere potrà accadere»

PROFILO CANDIDATO 6 – Il gigante Maduka è sulla carta l’ultimo baluardo ma in realtà il primo a far tremare i tifosi. Un vero eroe in Friuli, direttamente dalla Nigeria con un pizzico di Germania: un po’ come la birra ma molto meno frizzante tra i pali. Okoye, il Numero Uno che doveva blindare la porta dell’Udinese, ha finito per spalancarla. Occhi ben aperti: 26 presenze, 40 gol subiti con tanto di autorete contro la Juve del fuoriclasse Thiago Motta. Autentica calamità naturale in guanti: uscite a vuoto (chiama le palle alte ma non sempre rispondono) e tuffi spettacolari in ritardo, direttamente dopo che gli avversari hanno bucato la rete. Eh già, riesce come per magia a trasformare ogni tiro in un potenziale gol, e clean sheet tutt’altro che memorabili… Un gigante assoluto sul terreno di gioco, 198 centimetri di “miracoli”: i palloni sembrano passargli tra le gambe come in un appassionato e impossibile film fantasy. Se il nostro campionato di Serie A fosse un videogame per la PlayStation, il buon Maduka sarebbe un ottimo bug: un supereroe mitologico nel commettere papere epiche, da Olimpo del Calciobidone.
ALLEGROTTO.

SALAMA (Torino)

«Sono contento di essere qui»

PROFILO CANDIDATO 7 – Sembra una barzelletta: allo scoccare del gong del calciomercato di Gennaio 2025, è praticamente l’unico acquisto alla casella attaccanti del mercato del Torino, ancora in cerca (in saldo, ovviamente) del sostituto di Duvan Zapata, gravemente infortunatosi ad Ottobre. Peccato che questo lungagnone francese di origine marocchina abbia segnato qualcosa come la miseria di 5 reti in carriera e che non si tratta affatto di un centravanti puro, ma di un attaccante laterale. Morale della favola: ma che ci azzecca???Arriva in sordina all’Aeroporto di Caselle, verso la mezzanotte, quando non c’è praticamente nessuno (e ci sarà pure stata una ragione). Timido, lapidario, non sembra convinto. Infatti, poi, non gioca mai. L’occasione per mettersi in mostra arriva solo in un’amichevole contro l’Asti, formazione di Serie D: ebbene, dopo 38 minuti prova a fare un tiro in porta e si infortuna alla coscia: stagione finita già ad Aprile, 0 presenze complessive e rispedito al mittente - lo Stade Reims - al termine del Campionato (dato che il riscatto non viene esercitato). Poverino, probabilmente non era all’altezza. Ma per le tragicomiche vicissitudini patite è sembrato un meme (ma di se stesso).
INESISTENTE.

SANABRIA (Torino)

«Anche io sono il primo a dover fare un passo avanti, su questo devo migliorare. Purtroppo siamo quello che siamo» (Novembre 2024)

PROFILO CANDIDATO 8 – Che peccato, Tonny. Con un certo impegno e qualche gol (è rimasta memorabile soprattutto la doppietta messa a segna in un derby pareggiato) sembrava potesse diventare un punto di riferimento in granata: fortemente voluto da Davide Nicola nel 2021, insieme salvano il Toro dalla retrocessione. Tonny rimane e gioca anche una stagione da 12 reti, suo personale record. Ma l’ultima annata è veramente da dimenticare, rendendosi colpevolmente protagonista di un’involuzione veramente netta: non lo vedi anche se c’è, nessuna sponda come da sue caratteristiche tipiche, si nota tanta svogliatezza e quando riesce a giocare spesso non tira manco in porta, tanto che Vanoli il più delle volte lo fa accomodare in panchina. Le reti messe a segno sono appena due; molti si sarebbero aspettati una prova d’orgoglio almeno nel finale di stagione, utile per una possibile riconferma, e invece arriva (giocoforza) la cessione: viene praticamente svenduto alla Cremonese del suo mentore Nicola, unico club pronto ad accoglierlo (grazie al mister, ovviamente). Ma anche a Cremona continua il letargo dal gol…
INVOLUTO.

SCHUURS (Torino)

«Tre anni in questo splendido club. Grato per l’amore, orgoglioso di indossare questi colori. Un giorno tornerò in campo, e ne varrà la pena»

PROFILO CANDIDATO 9 – Rappresenta tuttora un mistero. Passare da essere il pezzo pregiato della squadra (pagato circa 13 milioni all’Ajax nel 2022) a vero e proprio desaparecidos nel giro di appena due anni. Dopo la sua prima, ottima stagione in granata, infatti, l’olandese Schuurs è ambito da vari club, tra cui l’Inter, ma è Bremer ad essere ceduto. Lui rimane, ma è sfortunato: si infortuna gravemente nell’Ottobre 2023, proprio contro l’Inter, quando il ginocchio sinistro fa crack (lesione del legamento crociato). Dopo un primo intervento chirurgico e una complessa riabilitazione, lo sfortunato difensore è stato costretto a una seconda operazione artroscopica nell’Agosto 2024, a causa di complicazioni e dolori persistenti. Al momento, però, dopo due anni di stop, ci si attenderebbe che il recupero sia completato, e invece non si sa ancora nulla. Di chi è la colpa di questo inspiegabile ritardo? Scelte sanitarie sbagliate? Mosse avventate? E da parte di chi? Con il contratto in scadenza e un silenzio preoccupante sul suo stato di salute, i presupposti non giocano certo nè a suo favore, con il sospetto di una carriera a rischio, nè a favore del Toro, che difficilmente potrà recuperare l’investimento effettuato… Dov’è finito?
INSPIEGABILE.

TAREMI (Inter)

«Devo dire che questo è il momento più bello della mia vita. Sono molto orgoglioso di essere il primo giocatore iraniano della storia del club»

PROFILO CANDIDATO 10“L’Inter ha una squadra forte. Da quanto ho visto in tv i calciatori appaiono amichevoli e socievoli tra di loro. La squadra è forte e loro sono compatti. Ho scelto l’Inter perché è un grande club e voglio mettermi in mostra a Milano”. Se il mondo del pallone fosse una poesia, bomber Mehdi sarebbe una divertente rima sbagliata. Taremi, il goleador iraniano che doveva portare a Milano tanti gol e leadership, ha portato solo e soltanto sbadigli (seppur generati da un parametro zero). Sembra un prestigiatore, visto che riesce a far sparire in un amen pallone e speranze… 43 presenze e 3 reti (di cui 2 penalty, e uno solo in Serie A, sempre su rigore, contro il Lecce): un bottino veramente emblematico, come un roccioso difensore in crisi di identità. Il rigoremico Taremi ha giocato spesso da subentrato, e quando partiva nell’undici titolare, appariva quasi come uno spaesato turista in gita a San Siro. L’Inter cercava un vice-Lautaro, un nuovo Thuram: ha trovato un vice-nulla. Altro che fiuto del gol: troppo spesso è raffreddato, ma almeno risulta simpatico, perché è quel tipo di calciatore che ti fa arrabbiare, ti fa ridere, ti regala speranze… e poi ti fa sussurrare: “Vabbè, almeno ci ha provato”. Un bomber vero che ha voluto sfidare con tenacia ogni legge della fisica e della pazienza. E nel panorama calcistico, come nella vita, talvolta basta provarci per diventare una leggenda. O almeno un meme… Di certo Mehdi è unico nel suo genere, un cocktail gustoso tra genio e inciampo. Ora all’Olympiacos in Grecia, lontano da Milano, promette finalmente di segnare… almeno nei sogni dei suoi tifosi, perché il nemico del gol da Milano è pronto a lasciare il segno.
EMBLEMATICO.

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