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Calciobidone 2022, si torna a votare con Ramsey e Kokorin


Le pessime annate dei “vincitori” della scorsa stagione, nonostante abbiano salutato l’Italia, hanno decretato un’ulteriore conferma nei Candidati della nuova Edizione


E anche quest’anno, nonostante tutto, il Calciobidone torna a colpire. Lo fa nella sua 14^ Edizione, con l’obiettivo dichiarato, come sempre, di trovare il capro espiatorio straniero della passata stagione calcistica, che ora si prenderà una pausa per lo svolgimento dei Mondiali in Quatar. Lo scorso anno trionfò Aaron Ramsey della Juventus, dopo un testa a testa con il kosovaro della Lazio, Muriqi. E il bello è che quest’anno abbiamo delle conferme, a partire dello stesso gallese, che si è riconfermato tra i Candidati insieme ad Arthur Melo, sintomo delle pessime annate che sta vivendo fisiologicamente la “Vecchia Signora” dopo un decennio di successi.

Il Calciobidone è realizzato dal portale Calciobidoni.it in perfetta sinergia (attiva ormai dal 2012) con lo storico partner Guerin Sportivo (la rivista sportiva più antica del mondo), oltre alla partecipazione del magazine Calcio 2000 (uscito per l’ultima volta in Edicola con il numero 248 di Ottobre/Novembre 2020, e che prosegue a rango di rubrica all’interno della testata online “TMW Magazine”) e del Blog Calcio Gourmet.
COMPOSIZIONE DELLA GIURIA – Il parterre dei giurati che hanno selezionato i Candidati al titolo: Daniele Bartocci (pluripremiato Giornalista di origine marchigiana attualmente giudice del talent show King of Pizza), Gianmaria Borgonovo e Andrea Longoni (Calciogourmet.it), Carmine Cassandra (Direttore Editoriale Fantacalcio.it), Vittoria Castagnotto (Conduttrice presso 7 Gold), Alfredo De Vuono (Project Manager di Fantacalcio.it), Darwin Pastorin (Giornalista e Scrittore), Matteo Politanò (Il Secolo XIX), Fabrizio Ponciroli (Calcio 2000 e TMW Magazine), Ivan Zazzaroni (Direttore del Corriere dello Sport e del Guerin Sportivo). Sul ponte di comando, come di consueto, l’ideatore e factotum di questa singolare competizione, il Blogger e Scrittore Cristian Vitali.
LA “LISTA NERA” – Sono due a testa i giocatori (o ex giocatori) che hanno vestito le maglie di Fiorentina, Inter e Juventus. La “Flop Ten” al completo è la seguente: ARTHUR e RAMSEY (Juventus), BOGA (Atalanta), CAICEDO (Genoa/Inter), KOKORIN (Fiorentina), MAKSIMOVIC (Genoa), NANI (Venezia), PIATEK (Fiorentina/Salernitana), RADU (Inter/Cremonese), SUPRYAGA (Sampdoria). Spicca la presenza di cue ‘conferme’: il gallese RAMSEY, ‘campione’ in carica in quanto eletto Calciobidone nel 2021 (e alla sua terza candidatura consecutiva, essendo stato in lizza anche nel 2020, oltre che nel 2021), e il russo Kokorin, che lo scorso anno primeggiò nel Jolly meritandosi la ‘promozione’ tra i Candidati nell’anno in corso: due conferme che non lasciano adito a dubbi circa il segno che hanno lasciato in Italia anche nella scorsa stagione, e che continuano a deludere tuttora. Ramsey, infatti, dopo essere stato spedito ai Rangers in Scozia, ha rescisso il contratto con i bianconeri e ha firmato con il Nizza, mentre Kokorin è stato spedito in prestito nel campionato cipriota, probabilmente più adatto ai suoi standard.
COME VOTARE – Per votare è possibile scegliere tra le varie opzioni disponibili: oltre che tramite i nostri Social (Facebook, Twitter e Instagram), è possibile votare attraverso il sito Calciobidoni.it, nonché da quello del Guerin Sportivo! E come da tradizione, potete anche giocarvi il “Jolly”: oltre a comunicarci la vostra preferenza, potete suggerire un ulteriore calciatore straniero non presente nella “Flop Ten”, dando così libero sfogo alla vostra personale opinione citando un giocatore che è rimasto escluso dai finalisti selezionati dalla Giuria. Colui che riceverà il maggior numero di segnalazioni sarà l’erede di Aaron Ramsey, oggi ex della Juventus, Calciobidone 2021 in carica, mentre per il “Jolly” il passaggio di consegne avverrà con Alexandr Kokorin (oggi in prestito a Cipro dalla Fiorentina).
Non è un anno buono per l’Italia e i personaggi italiani: la crisi della Juve dopo un decennio di successi, con mister Allegri a secco di risultati e sempre sulla graticola, i passi indietro di Inzaghi all’Inter, Belotti che lascia il Toro, sparisce per un mese, riappare alla Roma, gioca poco e finisce per sbagliare un rigore proprio contro la sua ex squadra. Ma la delusione più grande è indubbiamente la Nazionale, che guarda i Mondiali in Qatar dal televisore (o dallo smartphone), per cui il prescelto per rappresentare la Locandina di quest’anno è senza dubbio Mister Roberto Mancini, che rappresenta simbolicamente “Il volto più oscuro del pallone”.


Il Video Ufficiale del Calciobidone 2022

La «Flop Ten»: i Candidati al Calciobidone 2022

In rigoroso ordine alfabetico, ecco a voi i Profili della «Flop Ten», composta dai 10 Candidati al titolo, appositamente selezionati dalla Giuria. I testi sono stati redatti da Cristian Vitali, Daniele Bartocci, Gianmaria Borgonovo e Andrea Longoni: le relative descrizioni saranno utili agli utenti per capire le principali motivazioni che hanno portato alla loro scelta.

ARTHUR (Juventus)

«Alla Juve non riuscivo ad esprimermi, purtroppo. Allegri mi diceva sempre di rimanere basso e dunque di giocare così. Quando me l’ha detto gli ho riso in faccia»

Partiamo da Pjanic: ha saputo imporsi nel centrocampo della Juve come uomo d’ordine regalando assist di grande importanza ai suoi compagni di squadra. Il suo apporto in termini di spogliatoio e di aiuto ai compagni è stato evidente. Poi, ad un certo punto, le logiche della finanza calcistica e del calciomercato impongono il trasferimento di apprezzati calciatori verso lidi prestigiosi, ma senza una chiara linea di demarcazione. L’esempio più evidente è lo scambio tra Juventus e Barcellona che coinvolse appunto Pjanic (con Arthur): giocatori con ruoli simili, età diverse e prezzi elevatissimi, esasperati dalla necessità di far quadrare i conti e garantire plusvalenze. Conti che portarono Arthur a Torino, tutto sommato con gioia dei tifosi bianconeri, che vedevano in lui un calciatore dotato di tecnica e controllo palla sopraffino, simile a Pirlo sotto questo aspetto. Gli esordi balbettanti e la pigrizia in alcune giocate iniziarono a far storcere il naso a qualche tifoso, ma tutto precipitò a Marzo 2021, quando in un anonimo Juventus-Benevento Arthur servì un clamoroso assist all’avversario Adolfo Gaich, poi in gol. Fu in quel preciso istante che i tifosi iniziarono a trattarlo come un vero peso. Quella sconfitta censì irrimediabilmente il ritardo bianconero dalla testa della classifica e l’abbandono dei sogni di gloria per il decimo scudetto consecutivo. Da quel momento, la critica si fece più feroce, tanto che il futuro del brasiliano era ormai segnato. Nell’Estate del 2022, tra infortuni, malumori e sfiducia dell’ambiente avvenne il trasferimento (quasi inspiegabile) in prestito al Liverpool vicecampione d’Europa in carica, tra la gioia dei tifosi juventini e l’incredulità dei reds di oltremanica, che non l’hanno presa bene, definendolo sui social un “venditore di passaggi all’indietro”, invitandolo ad andare all'Everton. Dopo aver guadagnato un meritato 3° posto nel Calciobidone 2021, era difficile non riproporlo nuovamente, datosi che ha lasciato poco l’impronta a Torino nonostante un lauto ingaggio e una somma decisamente importante per il suo trasferimento: in cambio, in mezzo al campo si è visto un fantasma. EVANESCENTE.

BOGA (Atalanta)

«Per me approdare in questo ambizioso club rappresenta un forte salto di qualità, è il matrimonio perfetto potrei dire, ora voglio vincere e son arrivato in una formazione importante»

Passare, in un battibaleno, da acclamato top-player a ombra ingombrante (di se stesso) è veramente possibile. I segreti di questa eccezionale metamorfosi? Chiedetelo a Jérémie Boga. «Pagato come un campione ma è solo un giocatore individuale»: lo ha così “pizzicato” così mister Gasperini durante l’Estate 2022. Lo scorso Gennaio i supporters dell’Atalanta accoglievano con entusiasmo la nuova stellina franco-ivoriana, che non avrebbe sicuramente fatto rimpiangere il “Papu” Gomez. Per lui 22 milioni di euro (e non sentirli), prontamente sborsati al Sassuolo: un vero affare da Guinness dei Primati. Nei primi nove mesi di esperienza a Bergamo ben zero reti siglate in campionato in 16 partite, due gol soltanto in Coppa Italia tra Febbraio e Marzo contro la Fiorentina e nel match di Europa League a Leverkusen. A fine Agosto pareva essere destinato altrove, destinazione Leicester: il buon Gasperini aveva scelto di non farlo sedere nemmeno in panchina nella sfida col Torino per una sua presunta difficoltà psicologica, causa possibile operazione last-minute in uscita. Con tanto di beffa finale: Boga rimasto all’Atalanta e subito alle prese con vari acciacchi muscolari, chiuso dal coetaneo Ademola Lookman. «Quest’anno farò vedere il vero Boga, sono pronto a far divertire», le sue parole a Luglio 2022. Una incredibile ‘Magic Potion’: si legge Jérémie, si traduce in esubero sfarzoso dai risvolti teatrali. GRANGUIGNOLESCO.

CAICEDO (Genoa/Inter)

«Sono emozionato, voglio fare bene e ringrazio mister Inzaghi per avermi voluto all’Inter. Ha fatto di tutto per avermi»

E’ ora in Arabia Saudita, sponda Abha Club la nuova, rocambolesca avventura del ‘Re delle prodezze in Zona Cesarini’, lontano da Roma, lontano da Milano, lontano da mister Simone Inzaghi che lo aveva voluto da protagonista all’Inter: «Sono orgoglioso di rappresentare il mio paese, sono il primo ecuadoriano nella storia dell’Inter. Voglio far bene con Inzaghi», le promesse puntualmente avveratesi di bomber Caicedo. Il Felipone Nazionale, sbarcato a Milano a Gennaio 2022 in prestito con diritto di riscatto dal Genoa, ha fatto registrare davvero un’annata senza precedenti. Dopo 4 campionati alla Lazio, nell’Estate 2021 il goleador classe 1988 era stato ingaggiato dal Genoa: 9 presenze da Re dei bomber nel girone di andata (soltanto una da titolare), alle continue prese con guai fisici, con un sensazionale score di un gol e 3 assist. Viste le esaltanti performance realizzative e atletiche, per dare ancor più muscoli e imprevedibilità al reparto offensivo, mister Simone Inzaghi lo volle a tutti i costi all’Inter. Qui Caicedo trova spazi a dir poco significativi: 3 presenze a partita in corso, equivalenti a 21 minuti di gara. C’è ben poco da aggiungere sul Felipone Nazionale. “First Reaction: Shock!”, spopolerebbe l’inglese di Matteo Renzi. La ‘Zona Caicedo’ è già finita. SCIOCCANTE.

KOKORIN (Fiorentina)

«Nell’allenamento con Dusan Vlahovic capivo di poter giocare titolare. Battevo spesso il serbo e pensavo di meritare il posto ma non fu così, venivo escluso la domenica. Non ho mai fatto polemiche. Ho un contratto, sono un ragazzo adulto»

Toh, chi si rivede. Sempre lui, “bomber” Aleksandr. Come se non bastasse, già vincitore del premio Calciobidone Jolly nel 2021, Kokorin ha voluto aggiungere (ovviamente con la solita umiltà che lo ha sempre contraddistinto) un altro record al suo importante palmares, entrando di diritto nei Candidati al Premio Calciobidone 2022. L’attaccante russo, eterna promessa del calcio internazionale e ora ‘fenomeno’ del blasonato campionato cipriota, è riuscito a confezionare solo e soltanto pacchetti di prestazioni ‘suggestive’ con la maglia della Fiorentina, divenendo l’oggetto del mistero per eccellenza. L’operazione che nel Gennaio 2021 ha portato Aleksandr Kokorin dallo Spartak Mosca alla Fiorentina è diventata davvero una trattativa tra le più top che la storia (di Paperissima) ricordi. Contributo più che incisivo alla causa viola: dal suo arrivo a Firenze («La città più bella d’Europa»), ‘Koko’ ha fatto registrare l’impressionante bottino di 11 presenze per appena 216 minuti disputati (suddivisi in undici pezzetti di partita tra Serie A e Coppa Italia). Zero gol e zero assist all’attivo. «A Firenze stavo benissimo, studiavo e giocavo. Peccato gli infortuni ma in allenamento io ho dimostrato di essere più forte di Dusan Vlahovic. Mister Italiano non aveva tempo di aspettarmi e ha voluto altri attaccanti che però hanno fallito», le recenti e discutibili dichiarazioni senza peli sulla lingua dell’attaccante russo, rilasciate al Canale Nobel Arustamyan. Insomma, a Firenze il pretenzioso e raffinato attaccante (quasi 2 milioni netti, uno degli ingaggi più alti della rosa viola) sarebbe andato più veloce del vento, non ci sono dubbi. Purtroppo, però, proprio vento e pioggia di gol si sono abbattuti su di lui come uno tsunami. Poverino, galeotta la sfortuna, galeotti i fattori climatici e gli agenti esogeni della location toscana. Scenario apocalittico per bomber Aleksandr. Come dire: il forte, fortissimo vento ha corroso la roccia. LOGORATO.

MAKSIMOVIC (Genoa)

«Sono sempre stato alto, ho preso dalla famiglia di mamma. Da lei sono tutti alti, anche se sotto i due metri. E’ interessante il fatto che abbia avuto dei vantaggi soltanto quando sono arrivato in Italia. In Serbia sono quasi tutti alti»

Lui sì che ha dimostrato di essere uno stakanovista e un autentico leader in chiave salvezza per il Grifone. E soprattutto di saper rappresentare, con estremo rigore, il terzo stipendio più elevato dell’organico targato Genoa 2021-2022. Un’annata pazzesca per l’ex difensore del Napoli Nikola Maksimovic, che nel 2016 si era addirittura reso irreperibile dal Toro perché aveva puntato i piedi per andarsene in Campania, dove non è riuscito ad ergersi protagonista. E che dopo essere rimasto svincolato, fece di tutto per tornarci: «Tornerei di corsa, lì mi sento a casa mia. La città ha accolto me e la mia famiglia alla grande, abbiamo stretto amicizie che resteranno salde per la vita. I miei figli sono napoletani acquisiti e si trovano bene nelle scuole che frequentano. Problema di stipendio? Da parte mia, se il Napoli vuole, sono pronto a mettermi a disposizione per trovare un accordo e proseguire insieme. Al Napoli manca un difensore centrale? Io ci sono». Della serie: dimmi quello che devo fare e io lo faccio... Ma non servì a nulla. Così arrivò il Genoa, spesso piazza di appoggio per giocatori in fase calante, ma neppure lì riesce ad ottenere la giusta visibilità: solamente 14 partite disputate, nonostante fosse giunto in Liguria con l’ambiziosa mission di diventare il pilastro del muro di Blessin e ottenere a suon di prestazioni la permanenza in Serie A. Altro ambizioso obiettivo, tra l’altro, fallito in lungo e in largo. Un malloppo di 20 partite saltate per il gigante serbo, invidiabile lusso per la categoria. Una strada, quella tra Maksimovic e il Genoa, che si erano incrociate (come nella più romantica favola d’amore) con un contratto (udite udite) da 2,7 milioni lordi, pattuiti con la gestione precedente fino al mese di Giugno 2025, poi rescisso dopo la bruciante retrocessione. Un cammino estremamente tortuoso, colmo di curve ma anche di imprevisti, con un triste destino incredibilmente già scritto. Ha provato ad offrirsi alla Roma, ricevendo una risposta abbastanza gelida. ATROCE.

NANI (Venezia)

«Ho scelto Venezia per tornare a giocare ad alti livelli, stupire e portare la mia esperienza. La salvezza? E’ un’esperienza nuova per me, mi piace essere sotto pressione. Giocare per scalare posizioni mi dà ancor più stimoli»

A buon intenditor poche parole. Luís Carlos Almeida da Cunha, il nome sicuramente una garanzia per la risurrezione del Venezia. Un club chiamato a risorgere dalle proprie ceneri come un’araba fenice. E allora chi, meglio di Nani avrebbe potuto incarnare l’inconfondibile spirito veneto battagliero, direzione salvezza. Ebbene sì, tutto fumo e niente arrosto. Il ricco piatto, celebre specialità portoghese, è molto raffinato soltanto ‘à la carte’. Il gusto al palato, infatti, risulta essere davvero orribile e raccapricciante. Celebrato in Laguna come una star di Hollywood lo scorso Gennaio, l’asso portoghese ha risposto con numeri e giocate indubbiamente seducenti per un fuoriclasse come lui: 10 presenze e un pregevole assist valido per strappare un costoso ticket per la serie B. Il tutto dopo la parentesi ‘indimenticabile’ con la Lazio.«Voglio stare in una squadra dove c’è voglia di crescere. Mi ha convinto il progetto del Venezia e ho avuto subito un’impressione fantastica del gruppo». Talmente convinto e determinato da sposare ora l’affascinante e gloriosa avventura australiana col Melbourne Victory. A Venezia continuano ad amarlo talmente tanto da dedicargli un aggettivo, anzi un nuovo alias. Da Nani a... Inane. INUTILE.

PIATEK (Fiorentina/Salernitana)

«Spero di restare per i prossimi anni, anche se ora sono in prestito. Voglio dimostrare il mio valore per meritarmi la conferma, mia moglie Paulina ha anche ripreso i libri di italiano. Non mi pesa l’eredità di Vlahovic, è uno stimolo per fare bene»

Le cartucce sembrano essere terminate. Il Pistolero, quello famoso ai tempi del Genoa (ma anche quello che ha conquistato il Calciobidone Jolly nel 2019, quando era al Milan), è tornato a far parlar di sé In Italia, sponda Viola. Dopo annate assai travagliate sotto ogni aspetto, culminate con cifre assolutamente da capogiro (1 gol in 9 presenze all’Herta Berlino in Bundesliga), Krzysztof Piatek a gennaio 2022 è passato in prestito alla Fiorentina. 6 gol in 18 presenze, un buon impatto iniziale per poi cadere definitivamente nel dimenticatoio più totale. “Qui a Firenze c’è futuro. Il Pistolero è on fire, sono pronto a tutto. La mia pistola adesso è al Franchi”, aveva promesso il bomber polacco. Un Piatek ‘fantasma di se stesso’ armato di pistole d’acqua, probabilmente molto utili al Pistolero sull’incantevole litorale della Versilia, a due passi da Firenze. Ora, purtroppo per Piatek, la vacanza-pacchia in Toscana è finita. Online è spuntato un nuovo annuncio: ‘Affittasi villetta a Salerno con imperiale terrazza vista mare. Garantita security del locale’. Lì sì che il Pistolero potrà giocarsi le sue cart…ucce! TURISTA.

RADU (Inter/Cremonese)

«Nessuno è perfetto, può capitare a tutti un errore del genere. L’importante è reagire fin da subito e farsi trovare pronti. Ci può stare che succedano queste cose»

L’utopia può trasformarsi in realtà? Certo che sì. Una partita e un gol: mai nessuno decisivo come lui (o quasi): Giancarlo Alessandrelli ne prese 3 in meno di una partita, ma non era in gioco uno Scudetto. È proprio lui, Ionut Radu, il personaggio del calcio mondiale più influente della stagione appena trascorsa, l’Uomo Scudetto, in grado di decidere in mezzo secondo (con una giocata da biliardo contro il Bologna) le sorti di un’intera stagione e di mandare in estasi i tifosi rossoneri i quali hanno potuto così canzonare – nella maniera più umiliante e mortificante possibile – la banda dei cugini nerazzurri. Eppure l’agente di Radu Oscar Damiani qualche mese fa aveva stupito tutti: “In futuro Radu potrebbe essere titolare nell’Inter”. Apriti cielo! Insomma, un vero e proprio miracolo da raccontare alle nuove generazioni, quello targato Radu, talento cresciuto nei vivai di Viitorul e conquistando con la Nazionale Under 21 della Romania pure il bronzo agli Europei. Fino all’imbarazzante prova di Bologna, Ionut Radu in campionato si era contraddistinto con una presenza ai pali dell’Inter nella stagione 2015-2016 (debutto con Roberto Mancini) e due nel 2020-2021. Nessuno ha dubbi: quest’anno più che mai la Cremonese potrà dormire sonni tranquilli con le sue paratone, voglioso di dimostrare a tutti il suo vero valore. Deve averlo pensato soprattutto il suo Agente, che in tempi non sospetti disse di lui: Ha dimostrato di essere forte, per fare bene deve solo poter giocare. Sono sicuro che in futuro potrebbe anche essere il titolare dell’Inter. Ma già all’esordio a Firenze la Cremo perde di misura con un clamoroso autogol di Ionut all’ultimo minuto. Encomiabile mister Alvini che difende a spada tratta il suo portiere, ma appena Carnesecchi si ristabilisce dall’infortunio, ecco che l’italiano scalza il rumeno dalla porta grigiorossa… Il ‘forte portiere’ - come lo hanno ribattezzato in tanti nel post-Emilia, definendo più o meno realisticamente (a seconda dei filoni di pensiero) la miglior giustificazione in pagella - ha fatto già la storia del calcio e sarà per sempre celebrato negli almanacchi del calcio internazionale. INOBLIABILE.

RAMSEY (Juventus)

«Nella mia carriera ho sempre giocato molto e le ultime due stagioni non sono state facili. Sono andato a singhiozzo, ma è il passato. Rancore? Non ne ho, posso solo dire grazie per quello che è stato il mio periodo in bianconero»

Nell’estate del 2019, pur con qualche dubbio, arrivò alla Juventus per dare lustro e tocchi di classe alla trequarti bianconera. Ramsey fu un colpo a costo zero, ma con lauto ingaggio, strappato ad una squadra inglese in crisi di risultati e che arrivava a Torino per vincere tanto e provare a consacrarsi nell’olimpo bianconero. Gli infortuni, il rapporto complicato con il gruppo e con i tre allenatori alternatisi sulla panchina della Juventus nei suoi altrettanti anni di permanenza torinese lo hanno condizionato non poco. Il tutto, condito da un prestito datato fine Gennaio al Glasgow Rangers (accolto con entusiasmo dai tifosi bianconeri), che più che un esilio sembrava un tentativo di ricollocamento di una persona spaesata verso un lido sicuro, dove sembrava impossibile fallire, con la chance di vincere quella Europa League persa a Maggio 2019 contro il Chelsea, sfuggita per superiorità della squadra al tempo di Sarri, più che per demeriti dei Gunners. Lo scorso Maggio, pertanto, la fortuna aveva dato a Ramsey la possibilità di ritornare sul campo della finale e competere per quella coppa europea che tre anni prima gli era sfuggita. Aaron rimase in panchina fino alla fine del secondo tempo supplementare, quando fu chiamato in campo per tirare il quarto rigore, che di lì a poco il Rangers Glasgow avrebbe battuto contro l’Eintracht Francoforte. Ingresso in campo a pochi secondi dal termine, poi rigori. Tre a tre dopo i primi sei rigori, poi il turno di Ramsey. Rincorsa, sguardo fisso sul portiere, ma tiro debole, che viene prontamente respinto. E la maledizione, ancora una volta, si mantiene intatta. Riscatto evitato, e mesto ritorno alla Juventus da sconfitto, anzi, da motivo della sconfitta: la cosa peggiore che può capitare ad un calciatore di trentadue anni. In Estate una frettolosa rescissione, con firma per il Nizza, forse per svernare in Costa Azzurra, forse per dimenticare i palcoscenici europei che tanto lo hanno tradito. Di Ramsey in bianconero restano un bel gol contro l’Inter, ultima del mondo pre-Covid e poche altre giocate degne della sua fama. Per il resto, tre anni alla Juventus con tanti infortuni, un lauto ingaggio, poca concretezza e il meritato titolo di Calciobidone 2021 già in tasca, con concrete possibilità di bissarlo. SCONFITTO.

SUPRYAGA (Sampdoria)

«Alla Samp mi hanno voluto fortemente e sono davvero felice di essere arrivato in questo club. Vorrei aiutare la Samp a rimanere in Serie A, farò il possibile per questo e poi cercherò di segnare più gol possibili»

A Gennaio il mercato può rivelare grosse sorprese, così come tremendi abbagli. Talvolta, pur non risolutivi, alcuni giocatori provenienti dall’estero hanno un forte aroma di bidone ed uno degli esempi più chiari è proprio Vladyslav Supryaga, giovane e timido attaccante ucraino, che iniziò a comparire sui taccuini di vari osservatori già nel 2019, quando in campionato e nelle nazionali giovanili dimostrò buone potenzialità, nonché una promettente vena realizzativa. Titolare in Champions League in alcune sfide tra 2020, il suo nome divenne noto in Italia grazie ad una buona prestazione contro la Juventus, che diede l’opportunità a qualche direttore sportivo italiano di apprezzarne le doti. Fu così che passò alla Sampdoria nella sessione invernale, come ciliegina sulla torta di un mercato che aveva portato a Genova giocatori come Sensi, Sabiri, Rincon, Magnani e Conti. Presentato come buona spalla offensiva da affiancare a Caputo e alternare a Quagliarella e Gabbiadini, l’esordio in campionato avviene alla prima occasione utile, alla fine del primo tempo della gara di Marassi contro il Sassuolo. Il match era sul due a zero per i padroni di casa ed in pieno controllo, ma il match di Vladyslav è deludente, con Giampaolo costretto a sgolarsi per impartirgli indicazioni tattiche. Al quarto d’ora della ripresa, dopo non pochi rimproveri, l’esperienza di Supryaga con la Serie A era già conclusa. Da quel momento il giovane ucraino non giocherà più in maglia blucerchiata, scaldando sempre la panchina. La sua esperienza italiana è stata impalpabile e caratterizzata da una sola opportunità mal sfruttata, anche a causa della difficoltà nel comprendere la lingua italiana e i dettami di Giampaolo (e quest'ultima sarebbe un'attenuante). Secondo il tecnico, non era pronto. In pratica, non lo sarà mai: al momento la sua carriera procede tra panchine e infortuni alla Dinamo Kiev, con poche titolarità e qualche broncio di troppo. INCOMPRESO.

ALBO D’ORO «CALCIOBIDONE»
— Periodo dal 2009 al 2021 —
Anno Vincitore Jolly
2009 QUARESMA (Inter)
2010 QUARESMA (Inter) DENIS (Napoli/Udinese)
2011 ADRIANO (Roma) ELIA (Juventus)
2012 FORLAN (Inter) LUCIO (Inter/Juventus)
2013 BENDTNER (Juventus) ALVARO PEREIRA (Inter)
2014 BELFODIL (Parma) TORRES (Milan)
2015 ITURBE (Roma) DZEKO (Roma)
2016 KONDOGBIA (Inter) GABIGOL (Inter)
2017 GABIGOL (Inter) PJACA (Juventus)
2018 KALINIC (Milan) JOAO MARIO (Inter)
2019 SCHICK (Roma) PIATEK (Milan)
2020 ERIKSEN (Inter) DOUGLAS COSTA (Juventus)
2021 RAMSEY (Juventus) KOKORIN (Fiorentina)
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