Siamo giunti ormai alla 5^ Edizione del nostro non certo ambito sondaggio, mirato a proclamare il “Calciobidone”, titolo che sarà assegnato allo straniero più deludente visto su un campo di calcio nel 2013. Chi riuscirà ad ottenere più voti tra i candidati selezionati dalla Giuria sarà l'erede di Diego Forlan, protagonista di un'involuzione che lo ha portato a diventare da miglior giocatore del Mondiale sudafricano del 2010 a
peggior straniero del 2012.
Questa volta abbiamo anticipato la votazione, che avrà luogo da oggi fino alla fine dell'anno, mentre a Gennaio, proprio quando sarà reso noto il Pallone d'Oro, vi sveleremo il nome del vincitore (ça va sans dire) e la graduatoria finale del nostro sondaggio.
La Giuria - tra le cui new entry figurano Xavier Jacobelli e Sergio Ferrentino, cofondatore del famoso “Bidone d'Oro” - ha selezionato per voi una lista di nominativi da votare. Tuttavia, quest'anno i candidati scendono a 10 (dai 20 delle passate Edizioni), che costituiscono quindi la nostra “Flop Ten”, e come la scorsa Edizione, viene riproposta l’iniziativa del “Jolly”: oltre a comunicarci la vostra preferenza (e non più 3 come in passato), potrete suggerire un ulteriore calciatore straniero non presente nella “Flop Ten”. Di seguito tutti i dettagli per partecipare al sondaggio, che anche quest'anno vi darà la possibilità di votare, oltre che tramite il nostro sito Calciobidoni.it, via Mail, SMS, Facebook e Twitter, dal Blog del Guerin Sportivo! Ecco a voi i nomi, da leggere tutti d'un fiato: Anelka e Bendtner (Juventus), Goicoechea e Piris (Roma), Rolando (Napoli/Inter), Saha (Lazio), Silvestre (Inter/Milan), Tachtsidis (Roma/Catania), Traorè (Milan), Zarate (Lazio). Aggiornamenti sull’andamento del sondaggio a cura di Cristian Vitali ogni Domenica alle 22,30 a “2 Fisso”, trasmissione di satira sportiva in onda su Radio Hinterland di Milano. Al peggio non c'è mai fine.
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Articolo tratto dal «Corriere Nazionale», quotidiano di Perugia, che parla del lancio della votazione del Calciobidone Edizione 2013, realizzato dal giornalista David Barbetti.
La “Flop Ten”: i Candidati al Calciobidone 2013
In rigoroso ordine alfabetico, ecco i Profili, redatti da Cristian Vitali, della “Flop Ten”, composta dai i 10 Candidati al titolo appositamente selezionati dalla Giuria.
ANELKA (Juventus)
Provenienza: Shangai Shenua (Cina) 2012-2013: Juventus (Gennaio 2013) 2 presenze, nessuna rete 2013-2014: West Bromwich (Inghilterra) «La Juve è più grande di me, sono arrivato per dare una mano»
A Gennaio la Juve cerca un attaccante: si fa il nome di del top player Drogba del Chelsea, invece arriva nientemeno che Anelka. La squadra bianconera però sbaglia i tempi, un po' come successe all'Ancona di Pieroni che fece arrivare in Italia un certo Jardel, o meglio la sua ombra, quando era al tramonto. Il francese, infatti, era finito a giocare in Cina, allo Shangai Shenua. Sembrava comunque un ottimo investimento, visto che fu acquistato soprattutto per garantire la sua esperienza in ambito europeo, dove la Juve non eccelle. Invece Conte lo lascia spesso fuori, concedendogli solo 3 misere apparizioni, tutte da subentrato, senza realizzare gol, il suo pane quotidiano. Conquista però un record: è diventato, infatti, il calciatore ad aver giocato con più maglie diverse, ben sei, in Champions League, eguagliando Zlatan Ibrahimovic. Il contratto scade a Giugno, e finisce da svincolato al West Bromwich, in Premier League. Per fortuna.
Bollito.
BENDTNER (Juventus)
Provenienza: Sunderland (Inghilterra) 2012-2013: Juventus (Agosto 2012) 9 presenze, nessuna rete 2013-2014: Arsenal (Inghilterra) «Credo che per la mia crescita, questa sia una grande opportunità»
E' ancora la Juve che cerca un centravanti, questa volta, però (rispetto al francese Anelka) in Estate: quando sembrava che Bendtner fosse destinato al Siena, ti spunta Marotta che lo strappa ai toscani e lo regala (eufemismo) a Conte. Si parlava di Van Persie e di Benzema, invece dall'Arsenal arrivò questo danese dal nome tedesco che però di teutonico non ha dimostrato nessuna qualità, visto che invece di essere concreto e affidabile come una Volkswagen, è stato impreciso e claudicante come una vecchia Dacia. Molto lento ed impacciato, dopo un inizio poco convincente, uno strappo alla coscia lo tiene fuori per quasi tutta la stagione. Nel frattempo, a marzo gli viene ritirata per tre anni la patente per guida in stato di ebbrezza. Al tirar delle somme, si contano in tutto 11 apparizioni, ma di gol, invece, neanche l'ombra. Si ristabilisce giusto in tempo per farsi male pure al polso. Per fortuna è giunto in prestito, pertanto è tornato al mittente.
Rimandato.
GOICOECHEA (Roma)
Provenienza: Danubio (Uruguay) 2012-2013: Roma (Agosto 2012) 15 presenze, 24 reti subite 2013-2014: Danubio (Uruguay) «Posso ancora migliorare e sono qui per questo. Il mio modello è Buffon»
Arriva nella sessione estiva del mercato per volontà di Zeman (che lo voleva gia' a Pescara), nonostante avesse a disposizione il portiere Vicecampione del Mondo, l'olandese Stekelemburg. Quest'ultimo risultò sgradito al boemo semplicemente perché non adatto al suo gioco, che richiede un estremo difensore abile con i piedi e abituato a giocare alto, fuori dall'area di rigore. Presentato il giorno in cui si suicida la giornalista Francesca Bonfanti (tifosa giallorossa, che si rivolterà nella tomba), è stato capace di retrocede nell'arco di una sola stagione di due posizioni: lo si ricorda per molta insicurezza e diverse "papere": su tutte, si ricordano quelle nel Derby con la Lazio e contro il Bologna, ma soprattutto all'Olimpico contro il Cagliari, quando, da un cross assolutamente innocuo, esce in presa alta perdendo incredibilmente il pallone mettendolo nella propria porta. Il numero 13 da lui scelto non gli ha certo portato fortuna, e deve quindi arrendersi anche Zeman, che lo manda a scaldare la panchina, mentre con Andreazzoli finisce pure alle spalle di Lobont. In tribuna. A fine stagione il riscatto non viene esercitato e torna mestamente al Danubio.
Saponetta.
PIRIS (Roma)
Provenienza: San Paolo (Brasile) 2012-2013: Roma (Agosto 2012) 29 presenze, nessuna rete 2013-2014: Sporting Lisbona (Portogallo) «Giocare alla Roma è il massimo, sono qui per fare la storia»
E' il primo calciatore paraguaiano della storia a vestire la maglia della Roma: viste le premesse, forse anche l'ultimo. Già a Settembre nella debacle casalinga con il Bologna si rende protagonista di una prestazione a dir poco disastrosa. Tuttavia Zeman insiste a schierarlo titolare e lui lo ripaga mettendoci del suo palesando grossolane lacune difensive e prestazioni a dir poco inguardabili. Paga forse l'inesperienza e i propri limiti tecnici, fatto sta che nonostante l'innegabile impegno, colleziona moltissime insufficienze in pagella, arrivando anche ad essere contestato dai tifosi quando, nel Derby di andata, consegnò su un piatto d'argento una palla d'oro a Mauri, che realizzò la rete della vittoria. Nella Capitale, un errore che vale il Foglio di Via.
Sopravvalutato.
ROLANDO (Napoli/Inter)
Provenienza: Porto (Portogallo) 2012-2013: Napoli (Gennaio 2013) 7 presenze, nessuna rete 2013-2014: Inter (Italia) «Non ho preferenze di ruolo, voglio giocare e aiutare il gruppo»
Quando arrivò all'ombra del Vesuvio molti rispolverarono ironicamente il "mitico" ed omonimo Rolando, personaggio inventato dal Trio di Aldo, Giovanni e Giacomo ed interpretato da Aldo nel corso della trasmissione "Mai Dire Gol" verso la fine degli anni novanta. Il caso volle che in quei giorni si parlava di Ronaldo al Milan e a Mediaset sbagliarono il nome: Ronaldo divenne Rolando. Gag bell'e fatta, così, per caso: Rolando divenne così calciatore e fece addirittura la presentazione con Mazzola e Moratti. Ma la maglia dovette assumere una mise in stile mimetica, così com'era abituato a vestire. Anni dopo l'ironia ha accompagnato il "vero" Rolando, che è giunto al Napoli dopo aver perso il posto da titolare al Porto, ma con le credenziali di uno dei migliori difensori europei emergenti. Tuttavia, in azzurro gioca poco e non convince appieno. Mazzarri, però, va all'Inter e lo porta con sé, forse sperando di farlo sbocciare. Ma intanto il cerchio sembra chiudersi: il Rolando interpretato da Aldo approdò appunto all'Inter, ed ovviamente non giocò mai. Una storia paradossale, se pensiamo che la nuova seconda muta che il Napoli indosserà durante questa stagione ricorda proprio la mise militare sfoggiata dall'Aldo-Rolando a suo tempo. E il Rolando vero oggi ci mette pure del suo. Alla presentazione con i nerazzurri, infatti, dice: «Qui per fare quanto fatto con il Napoli». Ma sei sicuro?
Incognita.
SAHA (Lazio)
Provenienza: Sunderland (Inghilterra) 2012-2013: Lazio (Gennaio 2013) 6 presenze, nessuna rete 2013-2014: Ritirato «Voglio sempre vincere tutto il possibile. Sono qui per aiutare il club»
Rimasto svincolato dal Sunderland, dove arrivò come erede di Bendtner, passato alla Juve, giunge alla Lazio per ovviare (in teoria) all’assenza forzata di bomber Klose. E' infatti un attaccante, ma sono in pochi a ricordarlo. Arriva a Gennaio e firma per sei mesi e 500.000 Euro di ingaggio. Non ci crede nessuno, in primis Petkovic che lo fa esordire facendolo entrare al 90' contro il Napoli. Nelle sue pochissime apparizioni non lascia il segno e resta all'asciutto: i tifosi ricordano un suo clamoroso errore contro il Catania, con pallone spedito addirittura in fallo laterale a pochi passi dalla porta sguarnita, seppur da posizione defilata. Ma viene ricordato principalmente perché alla vigilia del derby di Coppa Italia, Finale della competizione, è lui ad avere l'onore di rappresentare la Lazio in un'udienza con Papa Francesco, cui dona una maglia biancoceleste. Visto il suo limitato apporto in campo, Tare e Lotito hanno capito che il francese poteva essere molto più utile in giacca e cravatta. Non sarà un caso che, scaduto il contratto in Estate, ha deciso di ritirarsi per intraprendere, all'età di 35 anni, la carriera di Procuratore Sportivo.
Finito.
SILVESTRE (Inter/Milan)
Provenienza: Palermo (Italia) 2012-2013: Inter (Agosto 2012) 9 presenze, nessuna rete 2013-2014: Milan (Italia) «Sono pronto a sostituire Lucio. Voglio guadagnare la fiducia di tutti»
Dopo le buone annate trascorse sia a Catania che a Palermo, divenne conseguentemente appetito dai grandi club. Se lo aggiudica l'Inter, credendo di aver puntellato a dovere la difesa, ma non ha praticamente mai convinto, tant'è che Stramaccioni gli preferisce a volte addirittura Cambiasso riadattato come centrale. Il difensore abile nei colpi di testa, roccioso ed ermetico visto in Sicilia, infatti, svanisce come neve al sole, lasciando il posto ad un giocatore impreciso e spesso colto da amnesie spaventose. Si è fatto travolgere dalla pessima stagione dei nerazzurri senza riuscire a risalire la china: evidentemente ha nel DNA tracce del suo omonimo predecessore in nerazzurro, che non lasciò un buon ricordo. E' passato al Milan, ma non è detto che cambiare aria senza però città possa rinfrancarlo.
Demoralizzato.
TACHTSIDIS (Roma/Catania)
Provenienza: Verona (Italia) 2012-2013: Roma (Agosto 2012) 21 presenze, 1 rete 2013-2014: Catania (Italia) «E' importante la squadra, non chi gioca. Con De Rossi posso solo migliorare»
Proveniente da una buona stagione al Verona (ma nel torneo cadetto), tant'è che viene eletto miglior centrocampista della Serie B davanti ad un certo Verratti, è il primo nome fatto da Zeman una volta reinsidiatosi sulla panchina dei giallorossi. Il boemo punta molto sul greco, tanto da regalargli le chiavi del centrocampo nel ruolo di regista, a discapito di un certo Daniele De Rossi, compiendo un sacrilegio difficilmente ripetibile. A Roma, infatti, Tachtsidis non si avvicina neanche lontanamente ai picchi di rendimento registrati in Veneto, anzi dimostra di "temere" l'Olimpico palesando una lentezza e un'insicurezza che in giallorosso non ricordavano, forse, dai tempi di Andrade. Evidentemente inadeguato, finisce la stagione in panchina, per poi essere riscattato dal Genoa che lo gira al Catania, come pedina di scambio per arrivare a Lodi. Sabatini, che spese circa 3 milioni di Euro per portarlo nella Capitale, disse di lui: «Zeman lo trasformerà in un campione». Di Subbuteo.
Bradipo.
TRAORE' (Milan)
Provenienza: Nancy (Francia) 2012-2013: Milan (Agosto 2012) 7 presenze, nessuna rete 2013-2014: Kayseri (Turchia) «Posso giocare in tutte le posizioni di centrocampo. Mi paragono a Vieira»
Già in lizza per il Calciobidone 2012, in quanto divenne oggetto misterioso ancor prima di aver messo piede a Milanello, visto che arrivò a parametro zero dal Nancy grazie alla mediazione di Oscar Damiani, lo stesso che portò al Milan Taiwo e Niang, non certo due campionissimi. Inoltre, il maliano divenne suo malgrado protagonista, nel Settembre dello scorso anno, quando finì sui giornali solo per aver involontariamente "prestato" la propria identità al minorenne Niang, che si spacciò per lui quando venne fermato senza patente alla guida di una vettura. Passa alla storia per essere stato il primo giocatore di movimento nella storia del Milan ad indossare la maglia n. 12. E a confermare la sensazione che avesse sbagliato ruolo - e probabilmente anche mestiere - non ci è voluto molto: debutta nel Trofeo Tim sciorinando una prestazione a dir poco indecorosa. Da qual momento non vede più il campo, tranne in qualche occasione di emergenza forzata, tanto che molti si chiedono che fine abbia fatto, e le ipotesi di cessione a Gennaio si susseguono con insistenza. Ma a quel punto in lui s’incarna lo spirito fortunoso di Ibou Ba, poiché i tifosi si accorgono che quando c’è lui in campo i rossoneri non perdono. Ma la pacchia finisce visto che viene spedito a giocare in Turchia, nel Kasimpasa, club di Istanbul neopromosso in Super Liga.
Ectoplasmico.
ZARATE (Lazio)
Provenienza: Inter (Italia) 2012-2013: Lazio (Agosto 2012) 1 presenza, nessuna rete 2013-2014: Velez Sasfield (Argentina) «Lotito e la sua cupola mi hanno fatto fuori. Sono loro che decidono tutto»
Nell'Edizione 2012 del Calciobidone sfiora il podio, giungendo 4°. Potrebbe far ancora peggio (o meglio?), perché è ormai palese che finisce definitivamente in archivio come scommessa persa, ricalcando, vent'anni dopo, le infauste orme del fratello Sergio. Non è servito neppure fargli cambiare aria: l'esperienza all'Inter è fallimentare, tanto che Moratti preferisce non riscattarlo. Tornato giocoforza alla Lazio, è cresciuto nell'età ma non nella maturazione. Il malumore si manifesta soprattutto quando rifiuta la convocazione nel match casalingo con l'Inter, e allora sarà messo fuori rosa. Cita allora la società biancoceleste per mobbing, la quale, come diretta risposta, gli fa a sua volta causa sostenendo che i reali motivi della sua indisponibilità nella gara con l'Inter sarebbero stati da ricondurre ad un vacanza alle Maldive del giocatore. Se il Giudice dà ragione alla Lazio, lui si fa giustizia da sè firmando per il Velez, ritenendo nullo il suo contratto alla Lazio, creando ancora più confusione. A fine stagione lascia comunque l'Italia con un bilancio complessivo fallimentare, dove i dolori e la sregolatezza hanno preso nettamente il sopravvento sulle gioie e il suo talento.
Sprecato.
ALBO D’ORO «CALCIOBIDONE»
— Periodo dal 2009 al 2012 —