Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Danut Lupu


Luogo di Nascita:

Galati (Romania)


Data di Nascita:

27/02/1967


Ruolo:

Centrocampista


Posizione:

Interno


Squadra:

Brescia

Voto al Bidone:

9


In una parola:

Furtivo



Danut Lupu


Un licantropo appesantito e furtivo che fece un gol per miracolo


01/02/2021

di Cristian Vitali

«Ecco l’uomo che vi farà dimenticare Gica»
(Gino Corioni, Presidente Brescia, durante la presentazione di Lupu)

Correva l’Estate del 1994, quella dei Mondiali negli Stati Uniti: a Brescia però, la massima rassegna intercontinentale passava in secondo piano: la locale squadra, guidata nella stanza dei bottoni dal compianto Gino Corioni, era appena stata promossa in Serie A e il suo fuoriclasse indiscusso, tal Gheorge Hagi, che era stato decisivo per le sue sorti e per la conquista della Coppa Anglo-Italiana, lasciava la Lombardia per approdare al Barcellona per 5 miliardi di Lire, non prima di partecipare alla rassegna statunitense con la Nazionale della Romania. In panchina c’era ancora Mircea Lucescu, che è stato uno dei fautori dell’arrivo del suo “sostituto”: Danut Lupu. Anch’egli, come Hagi, era già stato nel giro della Nazionale rumena (con cui giocherà in tutto 14 volte), peraltro fu presente ad ‘Italia 90’ giocando qualche minuto a Napoli contro l’Argentina e soprattutto i minuti finali e i tempi supplementari del drammatico Ottavo di Finale di Genova contro l’Eire: zero a zero tatticissimo e rigori, con Lupu che realizzò il suo battendo Bonner e con l’errore decisivo del suo compagno Timofte). Danut Lupu era un omone dalla stazza importante e l’aspetto da licantropo (nomen omen), con capelli arruffati, lo sguardo cupo e aggressivo e una vistosa pancia, fatto che non faceva presagire nulla di buono. Lupu era un estimatore del tecnico Lucescu e cercò di seguirlo già nel 1990 al Pisa, senza riuscirci, firmando poi per il Panathinikos in Grecia. Fu accolto con naturale scetticismo non solo perché era visibilmente sovrappeso – status che conserverà intatto fino alla sua dipartita da Brescia, che avveni già nel Febbraio 1995, per tornare in Patria – ma anche per la fama ben poco lusinghiera che lo precedette, relativa ad una oscura vicenda di contrabbando in cui finì coinvolto.

«Per non indurlo in tentazione lo facevano mangiare in un tavolo a parte, da solo, così non vedeva la pasta e le bistecche. Per lui solo verdura. Sì, un tipo naif, ma in campo non era male».
(Salvatore Giunta | «Corriere di Brescia», 15/06/2012)
Infatti, quando giocò ad Atene nel Panathinaikos, pare che gli avessero trovato in casa televisioni, autoradio, lavatrici e altra refurtiva della quale non aveva saputo dare spiegazioni. Fu quindi accusato di ricettazione: si giustificò dicendo che aveva accolto in casa sua alcuni connazionali facendo quindi ricadere la colpa su di loro. Altre fonti, addirittura, lo accusano di aver derubato, insieme ad altri 4 compatrioti e a 2 greci, un connazionale che aveva a sua volta svaligiato delle case trafugando refurtiva tra cui pellicce di valore e oro. In ogni caso la sua difesa fu ritenuta poco credibile e per questo fu arrestato il 16 febbraio 1991 e restò in prigione per circa tre mesi, prima di essere dichiarato innocente. Giunto in Lombardia, contribuì ancor di più ad alimentare lo scetticismo nei suoi confronti, ripetendo spesso che al calcio preferiva l’hockey (suo “primo amore” sportivo), dichiarazione che poteva determinare una ovvia controrisposta. Data la sua forma fisica che poco aveva a che vedere con un professionista, lo staff delle rondinelle cercò di imporgli una dieta a tutti i costi: «Per non indurlo in tentazione – disse Salvatore Giunta, all’epoca suo compagno di squadra – lo facevano mangiare in un tavolo a parte, da solo, così non vedeva la pasta e le bistecche. Per lui solo verdura. Sì, un tipo naif, ma in campo non era male». Si dice pure che fosse simpatico, e che parlasse uno strano miscuglio di lingue. A marzo, dopo l’esonero del suo maestro Lucescu, chiese di essere ceduto. «Corioni non vuole – dichiarò un giorno –, dice che sono un punto fermo. In tribuna, di sicuro. Ormai la poltroncina numero 584 è riservata a me».
Insomma, un tipo pittoresco e da prendere con le molle, perché se Salvatore Giunta lo ha definito “simpatico”, ci sono diversi episodi che lo bollano invece quantomeno come “irascibile”: in Grecia pare abbia pesantemente battibeccato con uno spettatore dopo aver udito durante una gara alcuni suoi “pesanti” apprezzamenti nei confronti della moglie Mihaela (nella foto a lato, definita una donna di facili costumi). Ma se il suo nervosismo potrebbe anche essere considerato in parte giustificato in questo caso, dopo aver lasciato il Brescia, nel Dicembre 1995, ha addirittura emulato Cantona, sferrando un calcio a un tifoso che l’aveva insultato nella gara della sua Dinamo Bucarest contro la Dinamo Ceahlaul, venendo poi alle mani anche con un compagno di squadra. A Brescia Lupu, in una squadra disastrosa, con il flop Cadete e diversi giocatori a fine carriera (come Francini, Battistini, Bonometti e il povero Borgonovo), al servizio della causa bresciana offrì prestazioni molto al di sotto delle sue potenzialità, seppur giocò comunque con continuità (15 gare in mezzo al campo e sull’out basso di sinistra), finendo pure per segnare una rete, peraltro decisiva: porta la sua firma, infatti, l’unica rete nel “derby” delle cenerentole di quell’anno, Brescia-Reggiana dell’8 Gennaio 1995, valida per la 14^ Giornata (club che finiranno il campionato, rispettivamente, all’ultimo e al penultimo posto, con una manciata di punti di differenza). Si trattò, ironia della sorte, di un gol ridicolo, che valse tre punti, seppur inutili visto che il destino delle due squadre era già praticamente segnato: in contropiede, il rumeno partì da metà campo, inseguito (vanamente) da un altro bidone quale fu Oliseh, poi fece improvvisamente partire un destro fiacco da circa 30 metri con la palla che fece un paio di rimbalzi battendo Antonioli, portiere della Regia, alla sua destra, poco reattivo nell’occasione. Chiuderà poi la carriera addirittura nell’Hapoel Zafirim Holon, nel campionato israeliano. Tuttora a Brescia lo si ricorda con una risata, sia per le sue “gesta” in campo che fuori: giravano infatti strane voci su di lui, tipo che Corioni avesse pagato la cauzione per scarcerarlo prima di tesserarlo e che fosse un maestro nel furto delle autoradio, leggende alimentate dalle sue note disavventure giudiziarie. Nel Luglio 2010 ha rilasciato una Intervista a Bogdan Savin del sito Click.ro; alla domanda: “Che lavoro ti andrebbe di fare se fossi una donna?” ridendo, ha risposto: «Ho 43 anni e non ho mai pensato a cosa avrei fatto se fossi stata una donna. In generale, penso mi andrebbe bene fare la prostituta». Nel 2012 un sondaggio tra i tifosi su Facebook lo ha eletto il “bidone del secolo” del Brescia Calcio: e pensare che in un’intervista, che pare fu la causa di un litigio con Hagi, Lucescu sostenne che Lupu fosse il giocatore rumeno con maggior classe della sua generazione. Qualcosa non torna…


«Corioni non vuole cedermi, dice che sono un punto fermo. In tribuna, di sicuro. Ormai la poltroncina numero 584 è riservata a me».
(Danut Lupu | «Corriere di Brescia»)

Stagione Squadra Presenze Reti
1985-87 SV Dunarea Galati (B)
1987-90 Dinamo Bucarest 90 17
1990-91 Panathinaikos 10 1
1991-93 Korinthos 47 3
1993-94 OFI Creta 9 1
1994-95 Brescia 15 1
Mar. 95 Rapid Bucarest 2 -
1995-97 Dinamo Bucarest 42 7
1997-00 Rapid Bucarest 77 13
Gen. 00 Dinamo Bucarest
2000-01 Laminorul Roman (B) 1 -
Gen. 01 Hapoel Zafirim Holon 1 -
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