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Mario Balotelli: a Brescia l’ultima chiamata


«È la mia ultima occasione? Non penso proprio, sono sereno e tranquillissimo». Con queste parole Mario Balotelli ha salutato i fan del Brescia nel giorno del suo ritorno


24/10/2019

di Redazione

«È la mia ultima occasione? Non penso proprio, sono sereno e tranquillissimo». Con queste parole durante la conferenza stampa di presentazione, Mario Balotelli ha salutato i fan del Brescia nel giorno del suo ritorno in Serie A. L’ex attaccante di Inter, Manchester City e Milan ha proseguito dichiarando: «Non ho paura di fallire. Sto bene a Brescia, voglio far crescere questa squadra il più possibile ed essere utile ai miei compagni». Ed è quello che sperano tutti i tifosi delle Rondinelle e tutti gli appassionati di calcio italiano. Altrimenti il rischio è quello di entrare definitivamente nella categoria “bidoni”.

Per capire il “fenomeno” Balotelli, arrivato alla soglia dei 30 anni, è importante analizzare la sua parabola calcistica. La prima società professionistica a puntare su di lui è il Lumezzane che lo fa esordire, giovanissimo, in Serie C. Le sue doti fisiche e tecniche iniziano ad attirare tutte le big del calcio italiano ma la più rapida è l’Inter che lo acquista per farne il perno della squadra Primavera. È l’Inter pre-triplete di Mancini, dominatrice in Italia e Balotelli è un giovane di belle speranze che si divide con successo tra giovanili e prima squadra, dove chiude la prima stagione con 11 presenze e tre gol. Seguiranno altri due buoni anni in nerazzurro in cui l’attaccante bresciano mette insieme la bellezza di 17 reti in 48 apparizioni in campo.
Ad agosto 2010 Balotelli segue Mancini nella sua avventura al Manchester City. E inizia a far parlare di sé anche fuori dal campo. Le due stagioni in Inghilterra scorrono tra molti alti (54 partite in Premier e 20 gol, spesso partendo dalla panchina) e i primi bassi: vedi freccette tirate ai compagni delle giovanili o il lancio di petardi che mette a rischio la sua casa. Le cose non vanno meglio con la società, denunciata per una multa comminatagli per motivi disciplinari. Il rapporto è ormai logoro e l’azzurro si trasferisce a gennaio 2013 al Milan, squadra per cui ha sempre fatto il tifo.
In rossonero Mario vive forse il momento migliore della carriera. Nei primi sei mesi trascinerà il Diavolo alla qualificazione Champions e nell’anno successivo continuerà a segnare con continuità. Dopo 43 partite e 26 gol, però, viene ceduto al Liverpool. Dopo sei mesi negativi in Inghilterra il ritorno al Milan e un’altra mezza stagione buttata via con 20 presenze e un solo gol segnato.
La chance di ripartire gliela da il Nizza che lo acquista a costo zero. In Francia Balotelli rinasce, resta tranquillo nella vita privata e mette insieme la bellezza di 16 gol in 23 presenze. Risultato bissato nella stagione successiva quando le marcature saliranno a 18 in 28 partite. Per motivi non ancora del tutto chiari, Mario finisce ai margini quando in panchina arriva Patrick Vieira. Dopo sei mesi con sole nove apparizioni in campo arriva la risoluzione del contratto e il passaggio all’Olympique Marsiglia a gennaio 2019, squadra che lo rivalorizza, soprattutto per le sue ambizioni in Europa League, e con cui il centravanti torna a segnare con continuità. Dal 30 giugno è di nuovo libero, fino al 18 agosto, giorno in cui il Brescia decide di metterlo sotto contratto per tre anni.
Tra gli atleti più eccentrici del mondo, Balotelli ha spesso fatto parlare di sé più per le imprese fuori dal campo che in quelle sul rettangolo di gioco. Basti pensare che gli highlights della sua vita extra-calcio sono forse più numerosi dei gol. “Why always me?” è stato uno dei primi. Dopo aver segnato una doppietta nel derby col Manchester United, l’azzurro mostrò al pubblico una maglietta con la celebre frase scritta per rispondere alle critiche arrivate dopo le prime “balotellate” in terra britannica.
Non erano le prime in assoluto. In precedenza Mario era passato agli onori delle cronache per aver trasformato il giardino di casa in una pista di Quad, per le relazioni extra-coniugali quando era fidanzato con la showgirl Raffaella Fico, per le 27 multe per divieto di sosta rimediate con la sua Maserati e per i litigi con il suo allenatore e mentore Roberto Mancini, con cui arrivò più di una volta vicino alle mani. In mezzo anche un’apparizione agli allenamenti dell’Inter indossando la maglia del Milan. Negli ultimi anni, fortunatamente queste prodezze si sono diradate (anche se la bravata dello scooter a Napoli di questa estate fa ancora pensare) e Mario ha iniziato a pensare più da atleta e da sportivo, pur continuando nei suoi alti e bassi, soprattutto mentali.

Nel frattempo, per provare a tenerlo concentrato per tutta la stagione, il Presidente Cellino ha inserito una clausola nel suo contratto: se riuscirà a segnare 15 gol e salvare il Brescia vedrà quadruplicato lo stipendio. Che sia lo stimolo giusto per riportarlo ai livelli di Euro 2012?


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