Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

NEWS — RECENSIONI

Recensione Calciobidoni.it
di Maurizio TARGA


Giornalista, già consulente RAI dal 1999 al 2003, dal 1998 è Redattore di Hitparadeitalia.it. Ha collaborato con il quindicinale “Il Caffè” e il settimanale “Anteprima Sport”, per poi pubblicare in Francia il saggio “Cette Italie qui m’en chante” (2005).


18/12/2008 — Bello questo sito. Sarà che ti restituisce per un attimo gli occhi del tredicenne, quelli che ti facevano vedere tutto magico. Sarà l’Italia di allora, così vicina e così diversa; l’Italia che conosceva i risultati solo “al termine dei primi quarantacinque minuti”, quando la radio si collegava per trasmettere il secondo tempo: la ripresa, in gergo. Quando Ameri e Ciotti si rimbalzavano la linea, raccontando Milan, Juve, Inter, Roma. Quando, mentre Platini disegnava l’ennesima punizione pennellata, arrivava la voce improvvida di Ezio Luzzi ad annunciare un gol del Varese contro la Sambenedettese e tutto il Bar dello Stadio, come un sol uomo, tirava giù moccoli spaventosi: chissenefrega. L’Italia delle schedine rosa per i sistemi, con la carta carbone in mezzo, senza partite prestampate: roba da intenditori. I ragazzini più piccoli guardavano affascinati noi che le sapevano maneggiare, come si guarda chi detiene un sapere arcano e superiore. Già, la schedina. Il sabato sera eravamo tutti milionari, qualche volta pure miliardari quando volevamo proprio allargarci. Tutti dietro quel mito, la partita. E, mito dei miti, loro. Globalizzazione? Di che? Loro erano marziani, più che stranieri. Mezzi Ufo venuti dalla lontana Eupalla, come diceva il grande Gianni Brera. Banditi nel ‘66, dopo lo sciagurato mondiale di Corea, riammessi nell’80. Quattordici anni di campionato autarchico: troppi. La fame di straniero era davvero grossa. Il carioca tutto finte e dribbling, il biondo corazziere svedese, il focoso gaucho argentino, il granitico panzer tedesco. Ogni squadra ne voleva uno, meglio, ogni squadra ne aveva uno… almeno fino all’inizio del campionato! Non so se già usava chiamarli sòle, forse no; sicuramente bidoni. Però sognare non costava nulla. E sognavamo, avoglia se sognavamo...

Copyright © 2006 Calciobidoni.it — Le Meteore e i Bidoni del calcio italiano | Webmaster Cristian Vitali

Qualsiasi materiale pubblicato (testi ed immagini) può essere riprodotto a condizione che venga citata la fonte — Calciobidoni.it