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Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Tamas Sandor
Debrecen (Ungheria)
20/06/1974
Centrocampista
Regista
Torino
Appena sei minuti in granata per il Mancini dei Balcani
03/09/2013
di Cristian Vitali
Considerato come un giovane talento predestinato a diventare un campione, ha esordito con la squadra della sua città natale all’età di 17 anni. Solo due presenze, giusto in tempo per assaporare il clima della Soproni Liga, la massima Serie ungherese, per poi spendere due stagioni nella locale Serie B; nel 1993 conquista quindi la promozione da protagonista, mettendo in mostra abilità nel palleggio, doti di anticipo e precisione nel tiro non comuni. Queste sue capacità gli hanno permesso di debuttare con la Nazionale ungherese già nel 1994 – nel match contro la Danimarca – e di conquistare svariate volte il premio di “Giocatore ungherese dell’anno”. Queste erano le credenziali di questo giovane e semi-sconosciuto regista magiaro, quando la dirigenza del Torino annunciò il suo acquisto. La sua militanza in granata però, non iniziò nel migliore dei modi: la nuova società torinese aveva ereditato dalla precedente gestione Calleri i contratti onerosi degli stranieri Karic e Florijancic; pertanto il suo trasferimento fu bloccato in quanto i regolamenti prevedevano in B la presenza di un solo extracomunitario.
A partire dal mese di Novembre, quindi, era a disposizione del tecnico Reja: giunto finalmente l’ufficialità del tanto atteso trasferimento, lo festeggiò il 28 Ottobre 1997, nella sede del Torino Calcio con Massimo Vidulich: «Solo un caffè, la bottiglia di champagne la offrirò quando giocherò... e bene». Ma ciò non avverrà mai: resterà una grande incognita, visto che anche a causa della concorrenza interna – quella di Massimo Brambilla in particolare – riesce a collezionare solo una presenza in campionato (il 14 Dicembre 1997, appena 6 minuti in un Torino-Castel di Sangro 4-1) e qualche sporadica apparizione nelle amichevoli. A dir la verità, di lui non si seppe mai molto, né prima né dopo il suo passaggio sotto la Mole.. Accantonato definitivamente dal tecnico Reja – nonostante diversi apprezzamenti sul suo conto che sfociarono negli appellativi di “Baggio dei Carpazi” e “Mancini del Danubio” (quest’ultimo coniato generosamente da Renato Bodi, ex dirigente granata) – divenne in breve un vero e proprio oggetto misterioso per cui, nel Gennaio 1998, viene ceduto all’estero. Lasciata Torino, passò ai turchi del Genclerbirligi, e poi in Israele, al Beitar di Gerusalemme, prima di tornale nella squadra della sua città, che tanto ama, per chiudere la carriera nel 2008.
AGGIORNAMENTI —
Nel 2011 assume l'incarico di Assistente Tecnico al Debrecen.
| Stagione | Squadra | Presenze | Reti |
| 1990-91 | Debrecen VSC | 2 | - |
| 1991-93 | Debrecen VSC (B) | ||
| 1993-97 | Debrecen VSC | 122 | 62 |
| 1997-98 | Torino (B) | 1 | - |
| Gen. 98 | Genlerbirligi | 15 | 2 |
| 1998-02 | Beitar Gerusalemme | 115 | 24 |
| 2002-08 | Debrecen VSC | 150 | 23 |
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