Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Paul Elliott


Luogo di Nascita:

Londra (Inghilterra)


Data di Nascita:

18/03/1964


Ruolo:

Difensore


Posizione:

Centrale Sinistro


Squadra:

Pisa


Paul Elliott


Da primissimo “colored” visto a Pisa a grande attivista


22/02/2020

di Cristian Vitali

«A Pisa sono stato bene per il bel calcio, il buon vino e la mentalità della gente»
(Paul Elliott, ex difensore Pisa | 01/12/2006)

E’ stato il primo giocatore di colore a vestire la maglia del Pisa: un pioniere, insomma. Tuttavia, pur avendo avuto una carriera relativamente breve, soprattutto in Gran Bretagna è considerato un giocatore decisamente di carattere, anche perché al Chelsea è stato il primo Capitano di colore nella storia del club. Eppure, a Pisa, anche se i tifosi nerazzurri lo ricordano con affetto, non ha combinato un granché. Proveniente dall’Aston Villa, lo stopper inglese giunse a vestire la maglia nerazzurra a 23 anni: era quindi giovanissimo e per certi versi immaturo per il palcoscenico della Serie A, all’epoca forse al massimo del suo splendore. Ma l’impatto fu molto positivo: aveva un fisico impressionante, si dimostrò un forte colpitore di testa, e di piede si arrangiava. Non fu un caso, insomma, se ad un certo punto persino la Juventus, con un Brio ormai in fase calante, si interessò a lui per sostituirlo. Poi, però, entrò in ballo soprattutto la sfortuna, e nonostante fosse stato presentato come un difensore roccioso e prestante, ginocchia e legamenti diventarono il suo tormento, pagando a caro prezzo questa sua propensione agli acciacchi, che finirono per limitarne il rendimento; comunque riuscì a vincere la Mitropa Cup, battendo in finale gli ungheresi del Vaci Izzo. Dopo la parentesi italiana torna in Gran Bretagna nel 1989, al Celtic Glasgow, dove è stato votato miglior giocatore del campionato scozzese nel 1991. Passato al Chelsea, sarà poi costretto poco dopo al ritiro a causa di un altro infortunio, subito nel corso di una partita contro il Liverpool nel 1992. L’ennesimo, l’ultimo di una lunga serie che ha caratterizzato la sua breve carriera.

«Paul Elliott rappresenta una figura importante nel mondo dello sport, per il suo attaccamento alla maglia e soprattutto per il suo impegno nella lotta al razzismo nello sport e in generale” ha fatto eco »
(Fabrizio Cerri, Assessore allo Sport del Comune di Pisa | 01/12/2006)
Da allora, ha iniziato a lavorare come telecronista, ma ha dedicato le sue energie e il tempo libero all’apertura di una scuola calcio e, soprattutto, alla battaglia contro il razzismo, dentro e fuori il campo da gioco. Il problema del razzismo ha toccato Elliott in prima persona, come testimone durante la sua militanza nel campionato inglese di manifestazioni di intolleranza tipiche allora dei tifosi d’oltremanica, come i “monkey chants” (gli ululati scimmieschi fatti contro i giocatori di colore, i cosiddetti “buh razzisti”) o i lanci di banane in campo. Nel 2006 è tornato a Pisa per partecipare ad un dibattito dal titolo “Un Calcio al Razzismo” per fornire la propria testimonianza e la propria esperienza sul delicato argomento, venendo accolto con affetto da tifosi e appassionati nerazzurri. Nel 2008, a Londra, durante la presentazione della campagna “Homophobia: Football’s Final Taboo” contro l’omofobia nel calcio, si è lasciato sfuggire una denuncia che ha aperto le danze del gossip e innescato la miccia dell’indignazione. Disse: «Conosco una dozzina di calciatori che sono gay e capisco perché loro non vogliano dirlo ma, al pari del razzismo, non c'è posto per l’omofobia nello sport». Le sue dichiarazioni scatenarono una vera e propria “caccia all’omosessuale” dai parte dei principali media, che li invitarono a fare “coming out”. Ma il suo obiettivo, così come nel razzismo per cui si dimostrò molto sensibile, era quello di evitare le reazioni omofobe, da lui considerate (come molti) una delle tante forme di razzismo, ovviamente da combattere. Ma l’ex stopper del Pisa non finisce di stupire: si pensi che nel 1994 portò in Tribunale Dean Saunders, ex Liverpool, per lo scontro di gioco che gli è costato la carriera. Elliott affermava la volontarietà dell’intervento e la responsabilità oggettiva del Liverpool. Insomma, Elliott, protagonista di una carriera sfortunata, proprio perché contraddistinta dagli infortuni, si è riscattato alla grande al di fuori dal campo giocato diventando un vero e proprio attivista per i diritti umani, e dimostrando di sapersi far rispettare.


Stagione Squadra Presenze Reti
1981-83 Charlton Athletic (B) 63 1
Mar. 83 Luton Town 53 3
Dic. 85 Aston Villa 57 7
1987-88 Pisa 10 1
1988-89 Pisa 13 -
1989-91 Celtic Glasgow 54 4
1992-94 Chelsea 42 3
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