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Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Marciano Vink
Paramaribo (Suriname)
17/10/1970
Centrocampista
Regista
Genoa
8
—
Solo un gol nel derby per il mancato erede di Rijkaard
16/11/2008
di Cristian Vitali
Negli anni 80 il vivaio dell’Ajax era decisamente fiorente, per cui capitò spesso che le attenzioni delle squadra italiane si rivolgessero in Olanda. Marciano Vink era uno dei prodotti delle giovanili dei lancieri, ma di quelli scadenti, di certo non al livello dei grandi e ben più famosi “tulipani” rossoneri. Giunto al Genoa nel 1993 per la cifra di 10 miliardi di Lire, sembrava che avesse del talento ma era spesso cagionevole di salute. Tutti si aspettavano una sua esplosione, addirittura qualche buontempone ottimista lo definì il possibile erede di Rijkaard, mentre l’allenatore genoano Maselli lo aveva indicato come il giocatore giusto per dare ordine al centrocampo dei grifoni. Niente di più sbagliato. Nelle poche apparizioni nel campionato italiano si dimostrò lento, impacciato e decisamente impreciso nei passaggi.
Viene ricordato essenzialmente poiché realizzò un gol nella stracittadina genovese: è il 10 Aprile 1994, derby di ritorno. Dopo un periodo in cui Vink era stato messo nel dimenticatoio, Franco Scoglio – subentrato in panchina a campionato in corso – lo rispolvera per schierarlo titolare, a sorpresa. La mossa coglie l’effetto desiderato: gli avversari, rimasti ancora più sbigottiti dei suoi compagni di squadra, gli permettono di fare bella figura, l’unica della sua esperienza italiana. Partì palla al piede per cinquanta metri, con i giocatori blucerchiati evitati come paletti in uno slalom eccezionale, giunse infine a tu per tu con Pagliuca, con il conseguente destro che finì in rete. Il gol gli mise la carica, visto che corse verso la Curva Nord come fosse un gesto di liberazione da un campionato mediocre. Un gesto che però restò implacabilmente isolato. Fu quella l’unica soddisfazione degna di nota in maglia rossoblu. Pertanto, fu ceduto al PSV, dove però si infortunò gravemente, peggiorando sempre di più. Finisce quindi a giocare nelle serie inferiori, nello sconosciuto Ado Den Hag, per poi chiudere la carriera in sordina in Sudafrica. Dimmi come ti chiami e ti dirò che carriera avrai: quindi uno che si chiama Marciano non poteva poi pretendere molto da se stesso.
«Per me questo è il grande esame professionale. Conosco il calcio italiano perché non perdevo una gara alla TV olandese. I più grandi sono Roberto Baggio, Signori e Mancini. Gullit? Un campione, ma è quello di noi che conosco meno. Certo il derby con lui mi elettrizza. E’ stato Rijkaard a consigliarmi di venire in Italia, e poi sono amico di Bergkamp. L’Inter acquistandolo con Jonk ha fatto il colpo dell’anno. Quei due si troveranno ad occhi chiusi. Sono i primi candidati allo Scudetto»
(Marciano Vink, centrocampista Genoa | «La Stampa», 26/07/1993)
«Diamogli tempo, non è il caso di creare già un caso. A suo tempo anche Gullit e Rijkaard avevano avuto dei problemi e qualche giorno fa Bergkamp si è lamentato del super lavoro al quale lo sottopone Bagnoli. La verità è che gli olandesi credono di allenarsi molto, poi vengono in Italia e si accorgono cosa vuol dire lavorare davvero»
(Claudio Maselli, allenatore Genoa | «La Repubblica», 30/07/1993)
| Stagione | Squadra | Presenze | Reti |
| 1988-93 | Ajax | 108 | 13 |
| 1993-94 | Genoa | 13 | 2 |
| 1994-99 | PSV Eindhoven | 47 | 5 |
| 1999-00 | Ado Den Haag (B) | 5 | - |
| 2000-02 | Ajax Cape Town | 47 | 5 |
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