Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Komi Massamasso Tchangai


Luogo di Nascita:

Atakpamè (Togo)


Data di Nascita:

08/08/1978


Ruolo:

Difensore


Posizione:

Centrale Sinistro


Squadre:

Udinese,
Viterbese,
Benevento

Voto al Bidone:

7


In una parola:

Stoico



Massamasso Tchangai


Da onorevole Capitano del Togo alla C2 perduta col Benevento


06/02/2025

di Cristian Vitali

«Ho conosciuto dei ghanesi a Roma che non sapevano dove andare a dormire. Blatter ha parlato di schiavismo e ha ragione. Come minimo siamo pacchi postali»
(Massamasso Tchangai, difensore Benevento | «La Repubblica», 21/01/2006)

Era il 1998: Massamasso Tchangai aveva solo 19 anni, ma era già nel giro della Nazionale del Togo con la quale si era messo in luce durante la Coppa d’Africa. Di lui se ne diceva un gran bene; addirittura il Parma e l’Udinese sfiorarono l’incidente diplomatico, perché il difensore si era promesso con entrambi i club. La società emiliana, che dal Togo aveva preso l’attaccante Kader - ha dovuto però prendere atto che l’Udinese aveva depositato per prima la sua documentazione in Federazione. Pertanto i due club hanno preferito definire la vicenda in via amichevole. Che si risolse il 9 Maggio 1998, quando Tchangai appose la propria firma sul contratto che lo legò all’Udinese. Superò le visite mediche l’8 Maggio 1998, ma non giocò mai con la maglia bianconera. Con i friulani ha fatto appena un ritiro estivo, perché «Solo dopo avermi fatto il contratto mi dissero che per la Legge sugli extracomunitari non potevano tesserarmi». Dopo una puntatina in prestito nella vicina Slovenia e in Olanda, dove mise in evidenza un buon colpo di testa ma anche un immobilismo degno di un Bradipo, tornò a Udine, per accomodarsi nuovamente in tribuna. Tempo dopo disse: «Se l’Udinese mi avesse spiegato prima la Legge sugli extracomunitari non avrei firmato: mi davano 7 milioni di Lire al mese, ma avevo anche offerte da Francia e Olanda, mi hanno bloccato tante chances». Aridaje.

«Dalla Serie C2 con la maglia del Benevento ho conquistato il Mondiale, ma per la prossima stagione voglio di più, molto di più»
(Massamasso Tchangai, difensore Benevento | «Il Giornale», 15/03/2006)
Nel 2001 si trovò a giocare nella Viterbese per poi affezionarsi al giallorosso del Benevento, visto che vi giocò per tre stagioni in C1 e una in C2. Nella città sannita infatti, dove lo seguono la moglie Mamafufana Garetu e la piccola Fridos («La più onorata», nata in Olanda nel Febbraio 2000), nasce il 17 marzo 2004 il secondo figlio, Anif («Il dono di Dio»). L’ultima stagione vide il club campano cancellato dal calcio professionistico a causa del suo fallimento: pertanto Tchangai si trovò, nello status di svincolato, qualificato ai Mondiali del 2006 con la sua Nazionale (con la quale ha poi partecipato alla conseguente rassegna in Germania e anche alla Coppa d’Africa Edizione 2008, nella stessa squadra in cui si esprimeva un certo Adebayor, attaccante affermatosi nell’Arsenal). Benevento gli era però rimasta nel cuore, e anche i tifosi lo ammiravano. Addirittura l’Amministrazione Comunale arrivò a nominarlo Ambasciatore del Sannio nel 2005, in occasione dei Mondiali di Germania del 2006. Ma non sempre le favole finiscono a lieto fine: «Il 19 Febbraio abbiamo perso 3-1 a Castel San Pietro. Abbiamo giocato male tutti, io in particolare ma, a fine partita, il Presidente Napolitano se l’è presa solo con me, accusandomi di pensare alla mia Nazionale e non al Benevento. Mi sono sentito offeso, ho capito che era venuta meno la fiducia nei miei confronti e ho deciso di risolvere subito il contratto». Ha quindi trovato un ingaggio in Arabia Saudita. Nel Dicembre 2007 sostenne un provino con il Galaxy di Beckam, ovviamente fallito. Tornando ai Mondiali del 2006, Tchangai si fece notare durante tale rassegna, ma non per le sue abilità in campo, bensì per un apprezzabile gesto di fair-play: il 13 Giugno, a metà del secondo tempo della gara poi persa di misura contro la Corea del Sud, sul risultato di 1-1, il coreano Lee Eul-Yong cade vittima di crampi. Il difensore del Togo Tchangai accorre in suo aiuto e inizia a praticargli un massaggio alla gamba dolorante. È il gesto che ci si aspetterebbe durante un’amichevole, non certo in un momento delicatissimo di una partita della massima rassegna calcistica mondiale. I media coreani hanno impiegato diversi giorni a rendersi conto di ciò che aveva fatto Tchangai, ma il suo gesto è stato a lungo sulla bocca di tutti. Peccato che poi nessuno si sia fatto avanti per accaparrarselo. Del resto, il suo nome in Italiano significa “Grazie a Dio”. E infatti quando ha lasciato l’Italia in molti hanno pronunciato il suo nome. Non certo per trattenerlo.
«C’erano troppi stranieri a Udine, come difensore di fascia non avrei trovato posto e così per due anni sono andato in Olanda, nel De Graafschap, in seconda divisione, però mi sono talmente innamorato del Friuli e della sua gente che, coi primi soldi guadagnati, mi sono comprato una casa a Udine, dove spesso torno e dove spero di vivere un giorno. Perché il mio più grande desiderio è proprio quello di fermarmi definitivamente in Italia quando avrò smesso di giocare»
(Massamasso Tchangai, difensore Benevento | «Il Giornale», 15/03/2006)
Dopo esser rimasto inattivo per una stagione, nel 2009 firma per i cinesi dello Shenzen, che sarà la sua ultima squadra. Muore infatti improvvisamente l’8 agosto 2010, proprio nel giorno in cui aveva compiuto 32 anni, a causa di un problema cardiaco. Ma la sua scomparsa ha subito assunto i connotati di un giallo piuttosto oscuro. Un paio di settimane prima del decesso Massamasso sembrava fosse stato fermato in Cina per un presunto coinvolgimento in una storia di narcotraffico: la notizia era rimbalzata in Togo, dove era praticamente un idolo (ex Capitano della Nazionale con all’attivo 3 Coppe d’Africa e la partecipazione al Mondiale 2006), e quindi decise di tornare in Patria per smentire la notizia. Ma una volta a Lomé scoprì che il fratello minore aveva venduto tutti i suoi beni e la conferenza stampa che aveva in programma per spiegare quello che riteneva essere un malinteso, non è mai stata fatta. A questo punto sopraggiunse il malore che lo portò al ricovero all’Ospedale Militare della Capitale e poi ad una morte inspegabile (pare per infarto), tuttora avvolta dal mistero e “macchiata” da ipotetiche illazioni legate al mondo del narcotraffico.

«La Francia ci ha colonizzato; ora vogliamo dimostrare che anche noi sappiamo giocare a calcio»
(Massamasso Tchangai, Capitano Nazionale Togo | 2006)

«Sono un calciatore come tanti altri, amo il football e, soprattutto, amo l’Italia»
(Massamasso Tchangai, difensore Benevento | «Il Giornale», 15/03/2006)

«Mi sono talmente innamorato del Friuli e della sua gente che, coi primi soldi guadagnati, mi sono comprato una casa a Udine, dove spesso torno e dove spero di vivere un giorno. Perché il mio più grande desiderio è proprio quello di fermarmi definitivamente in Italia quando avrò smesso di giocare»
(Massamasso Tchangai, difensore Benevento | «Il Giornale», 15/03/2006)

Stagione Squadra Presenze Reti
1995-97 ASKO Kara
1997-98 Bizertin
1998-99 Udinese - -
Gen. 99 Gorica 10 1
1999-01 De Graafschap 28 1
2001-02 Udinese - -
Ott. 01 Viterbese (C1) 16 -
2002-03 Benevento (C1) 24 -
2003-04 Benevento (C1) 29 -
2004-05 Benevento (C1) 24 1
2005-06 Benevento (C2) 9 -
2006-08 Al-Nasr 3 -
2008-09 Inattivo
2009-10 Shenzhen Ruby 29 -
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