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Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Renato Portaluppi
Guaporè (Brasile)
09/09/1962
Centrocampista
Ala
Roma
8,5
Lussurioso
Il “mandrillo” brasiliano amante della dolce vita romana
12/03/2006
di Cristian Vitali
Insieme ad Andrade, nell’Estate del 1988, arriva a Roma Renato Portaluppi. Nato in una famiglia numerosa con 12 fratelli, rimasto orfano del padre muratore a soli 13 anni, ha dovuto ben presto giocoforza alternare il lavoro, i tanti piccoli mestieri intrapresi, con il pallone. Un’adolescenza difficile, quindi, presto soccorsa proprio dal calcio. Liedholm lo presenta con poche ma esplicite parole: «E’ secondo solo a Gullit». Il “Barone” ci aveva visto giusto, anche se molto probabilmente non si riferiva alle doti calcistiche. Come l’olandese del Milan, il brasiliano è un vero mandingo e non c’è donna che non si porterebbe a letto, come confessò apertamente anche il diretto interessato: «Più che i terzini, dovranno essere le loro mogli a stare attente a me». Fisico da culturista, chioma fluente e temperamento assai caliente, Renato in giallorosso ci arriva in pompa magna, in maniera spettacolare, alle 14,34 del 29 Giugno 1988, quando scende addirittira da un Elicottero che lo ha trasportato da Fiumicino al centro del campo sportivo di Trigoria, già con indosso la maglia giallorossa numero 7. Appena toccata terra, Renato si è recato verso i suoi nuovi tifosi. A tutti coloro che sono riusciti ad arrampicarsi in cima alle reti che delimitano il campo di gioco ha avvicinato la mano (che qualcuno, preso da improvvisi raptus pseudo-religiosi, ha anche baciato). Poi, tra le proteste dei fans che avrebbero voluto vedere almeno un suo palleggio, si è allontanato. Troppo stanco per dare spettacolo. Un buon inizio insomma. E in effetti, il brasiliano più che megli allenamenti, si getta a capofitto nella “dolce vita” romana.
Tra l’altro, entra nel giro di Maradona e consuma le sue nottate brave tra femmine e droga. Bacco, tabacco e venere: il rendimento sul campo è conseguente, ovvero una pena. In campionato 23 presenze e nessun gol, 3 partite e 1 rete in Coppa Uefa, 6 partite e 3 reti in Coppa Italia. Non contento della propria fama di indomito playboy e nottambulo, si mette in mostra anche per il carattere assai collerico: fa a botte con Daniele Massaro, rilascia interviste polemiche contro il calcio italiano, a un giornale brasiliano confida che un giocatore come Giannini lì non giocherebbe neanche in terza divisione. Insomma, Renato in Italia non si diverte abbastanza (almeno giocando a calcio), non si sente capito, anzi ha la sensazione di subire un boicottaggio. I tifosi per un pò lo fischiano e si incazzano, poi passano agli sfottò. All’Olimpico appare uno striscione con la scritta: «A’ Renato, ridacce Cochi». La sua presenza diventa in poco tempo assai ingombrante, pertanto viene rispedito al mittente a fine stagione. Torna in Brasile e inizia la classica peregrinazione della promessa fallita alla ricerca disperata di un ingaggio: gioca nel Flamengo nel 1990, passa al Botafogo nel 1991, nel 1992 al Cruzeiro, nel 1994 all’Atletico Mineiro, nel 1995 al Fluminense e nel 1997 torna nuovamente al Flamengo. Nel 1999 strappa un ultimo contratto con il Bangu. La “dolce vita” romana per lui è ormai un ricordo da archiviare.
«Renato è il primo rinforzo giallorosso di questa stagione, la pietra miliare per un nuovo gioco. Basta con il gioco atletico, soltanto agonistico. Il calcio è bello per la fantasia, la classe, e Renato ne è uno dei massimi rappresentanti. Con un torello come Rizzitelli vicino e un altro grosso acquisto, la Roma sarà di nuovo grandissima»
(Dino Viola, Presidente Roma, alla presentazione di Renato | «La Stampa», 30/06/1988)
«Mi dovrò adattare più al gioco italiano che non al vostro modo di vivere. Continuerò la vita che ho sempre fatto, continuerò a fare il bravo ragazzo»
(Renato Portaluppi, attaccante Roma, alla presentazione | «La Stampa», 30/06/1988)
«Ho posseduto almeno mille donne, e una volta ho fatto addirittura l’amore in panchina dopo un allenamento»
(Renato Portaluppi, attaccante Roma)
«Renato sarà la nostra stella, come Gullit per il Milan, con la differenza che lui è bravo quanto Maradona»
(Dino Viola, Presidente Roma | «La Stampa», 14/10/1988)
«Voi credete che in Brasile non ci si alleni. Allora come ho fatto ad avere il fisico che possiedo? Giocherò in una squadra da Scudetto perchè so di avere compagni di squadra molto forti. Il Napoli ha Careca ed Alemao, ma io non temo i nomi, come non temo le chiacchiere sul mio conto»
(Renato Portaluppi, attaccante Roma)
«Credo di aver dimostrato di non essere soltanto bravo tecnicamente ma di saper soffrire per vincere»
(Renato Portaluppi, attaccante Roma)
«Io penso proprio che ai Mondiali tutti i tifosi di calcio italiani vedranno un Renato... rinato. Non è possibile che le mie qualità, conosciute in tutto il mondo, siano finite nel nulla e non sono certamente io ad essere mancato»
(Renato Portaluppi, attaccante Flamengo, alla vigilia di Italia ’90)
«Mi ricordo bene di Renato. Grande forza fisica, grande tecnica, un pò egoista. Ma con la palla riusciva sempre a fare qualcosa di imprevedibile. È stato un peccato che non si sia adattato a Roma. Ma abbiamo avuto un grande rapporto»
(Bruno Conti parla di Renato Portaluppi | Forzaroma.info, 2012)
| Stagione | Squadra | Presenze | Reti |
| 1981-86 | Gremio | 245 | 70 |
| 1986-88 | Flamengo | 83 | 18 |
| 1988-89 | Roma | 23 | - |
| 1989-90 | Flamengo | 64 | 22 |
| 1991-92 | Botafogo | 38 | 8 |
| 1992-93 | Cruzeiro | ||
| 1993-94 | Flamengo | 37 | 20 |
| 1994-95 | Atletico Mineiro | 13 | 2 |
| 1995-97 | Fluminense | 71 | 25 |
| 1997-98 | Flamengo | 29 | 8 |
| 1998-99 | Bangu | 2 | - |
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