Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Sebastian Pascual Rambert


Luogo di Nascita:

Pas Bernal (Argentina)


Data di Nascita:

24/10/1970


Ruolo:

Attaccante


Posizione:

Centravanti


Squadre:

Inter

Voto al Bidone:

9


In una parola:

Spuntato



Sebastian Rambert


Un aereoplanino argentino che non riuscì ad atterrare a Milano


26/08/2006

di Cristian Vitali

«Qui ci sono già i nuovi Batistuta e i nuovi Balbo. Ho visto un paio di ragazzi che potrebbero far impazzire i club italiani. Parlo di Sebastian Rambert e di Zanetti. Hanno vent’anni e già sono stati convocati da Passarella. Noi, gente di Argentina, oltre di tango siamo sempre maestri anche di calcio»
(Antonio Valentin Angelillo)

Passato alla storia come il primo acquisto dell’era Moratti, l’argentino Rambert arriva all’Inter nell’estate del 1995, in coppia con un certo Javier Zanetti, per circa 5 miliardi id Lire: entrambi furono presentati alla Terrazza Martini, nel cuore di Milano. Figlio d’arte (il padre Angel ha giocato in Argentina e in Francia), è conosciuto in Patria come “Pasqualito” o meglio ancora “Avioncito” per la sua esultanza dopo un gol, e ha la fama di attaccante non molto prolifico ma fantasioso. Inseguito anche da Parma e Juventus, addirittura il compianto Omar Sivori dichiarò: «Rambert è molto bravo ed è vero che ho consigliato alla Juve di prenderlo, perché la squadra bianconera manca di capacità offensiva». Anche i campioni sbagliano: Sebastian Rambert forse è un pò deboluccio di carattere per reggere l’atmosfera dello spogliatoio interista, tanto è vero che non riesce a farsi notare e non vede quasi mai il campo, diventando così in breve tempo un vero e proprio oggetto misterioso. Il suo unico pregio resta quello di essere arrivato insieme a Javier Zanetti, che diventerà un vero mito nerazzurro!

«Ma quale Rambert, il vero affare di Moratti è Zanetti, un fenomeno»
(Diego Armando Maradona)
Alla fine non debutta neppure in campionato, collezionando solo una presenza in Coppa Italia contro il Fiorenzuola e una nello sfortunato (e soprattutto disastroso) primo turno di Coppa Uefa contro il Lugano (andata in Svizzera 1-1, ritorno a Milano 0-1), che sancì la prematura e clamorosa eliminazione dei nerazzurri dalla competizione. Morale: nell’Ottobre dello stesso anno passa agli spagnoli del Saragozza e chiude la stagione con cinque gol. Torna con tutti gli onori al Boca (più o meno per la stessa cifra per cui era stato acquistato dai nerazzurri), disputa un ottimo campionato e nel 1997 il River Plate allenato da Ramon Diaz lo acquista. Gioca poi con le maglie di Independiente, Iraklis Salonicco e Arsenal De Sarandì, poi capisce che non è aria e nel 2003 si ritira prematuramente. Ottima decisione.
AGGIORNAMENTI — Dopo il ritiro ha allenato, arrivando ad essere il Vice di Ramon Diaz al San Lorenzo ed all'America di Città del Messico. Ma si è dato anche alla politica: è infatti diventato Sottosegretario (in italiano Assessore) alla Gioventù ed allo Sport di Quilmes.


«L’impatto di Rambert con il calcio italiano fu desolante, da subito pare avulso dagli schemi, incredibilmente acerbo, abulico, finchè presto diventerà ovvio quanto sia insostenibile il peso dell’attacco sulle sue spalle»
(Gianni Gardon - «Stelle comete nel mondo del calcio», Youcanprint, 2016)

Stagione Squadra Presenze Reti
1991-95 Indipendiente 52 14
1995-96 Inter - -
Ott. 95 Real Saragozza 20 5
1996-97 Boca Juniors 27 10
1997-00 River Plate 47 5
2000-01 Indipendiente 11 1
2001-02 Iraklis Salonicco 11 1
2002-03 Arsenal De Sarandì 3 -
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