Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Imed Mhadhbi


Luogo di Nascita:

Tunisi (Tunisia)


Data di Nascita:

22/03/1976


Ruolo:

Attaccante


Posizione:

Seconda Punta


Squadra:

Genoa

Voto al Bidone:

7


In una parola:



Imed Mhadhbi


Il folletto tunisino che Scoglio paragonava a Tigana


13/04/2019

di Cristian Vitali

«Costa poco ed il Professore stravede per lui»
(Riccordo Sogliano, Direttore Sportivo Genoa)
«Un’ala vera come nella storia del Genoa da anni non si trovava più»
(Franco Scoglio, Allenatore Genoa)

Mhadhbi rappresenta, in ordine di ingaggio, il quarto tunisino (l’ultimo sarà il portiere El Ouaer) travasato da Franco Scoglio al Genoa, e fu quello che ricoprì il ruolo più offensivo della flotta: era infatti un’ala sinistra, che il “Professore” incautamente paragonava, con una certa insistenza, al famoso asso della nazionale francese Jean Tigana. Nel suo curriculum figuravano la Coppa di Tunisia, la Coppa delle Coppe d’Africa e il Campionato tunisino vinti tra il 1996 e il 1997 con l’Etoile De Sahel, squadra in cui andarono a pescarlo. Era anche nel giro della Nazionale della Tunisia (con la quale disputò, di lì a poco, i Mondiali nippocoreani). Nello scacchiere rossoblù si inserì piazzandosi sulla linea degli attaccanti, ripiegando in copertura al massimo fino alla linea di centrocampo. In pratica un tornante d’attacco, come Carparelli, con la differenza che aveva la medesima autonomia dei conigli sfigati di un famoso spot della Duracell, quello in cui questi cercano di competere (senza riuscirci) con altri conigli dotati, però, delle batterie supercariche del colosso americano: e quindi dopo tre passi te li vedevi morti cadaveri a terra. E in effetti i primi mesi in rossoblù sono avari di soddisfazione per l’esterno tunisino, che viene impiegato col contagocce. Poi arrivò la Coppa Italia e improvvisamente, in un torneo dove spesso venivano schierate seconde linee, nella gara contro il Piacenza si vide un trottolino con ottima tecnica e dribbling secco che gli permise di saltare regolarmente l’avversario. Fu allora che Scoglio si riempì finalmente d’orgoglio per la maxi prestazione di quello che era il suo “Tigana d’Africa”: «Sì, l’ho volutamente tenuto nascosto. Un’arma segreta che non ho svelato in anticipo ai nostri avversari. Un allenatore deve essere per prima cosa giusto e io da questo punto di vista sono inattaccabile». Ai più, parve invece che preferì starsene zitto zitto, nella speranza che prima o poi il suo pupillo ne imbroccasse una giusta, inventandosi per l’occasione una scusa che avrebbe premiato la sua (presunta) lungimiranza.

«Mi sto allenando bene e sto aspettando l’occasione di giocare dall’inizio. Sono sicuro che presto arriverà»
(Imed Mhadhbi | «La Repubblica», 28/11/2002)
Scriveva così «La Repubblica» su di lui: «Venticinque anni, scapolo, vive al Grand Hotel di Arenzano. E’ il più giovane del gruppo dei tunisini, non solo come Carta d’Identità ma anche nei comportamenti. E’ il più istintivo, quello che meno si è inserito nei ritmi e nelle abitudini di vita occidentali. Se il portiere El Ouaer è il grande saggio, lui è l’eterno ragazzo che ride e scherza. Ha sempre il sorriso stampato in volto, sembra che nulla lo faccia arrabbiare. Mhadhbi fa ritornare alla mente Serge Diè, l’attaccante della Costa d’Avorio che il Professore accolse la primavera scorsa al Pio (pagandogli lui le spese di soggiorno). Ricordate il putiferio che ne venne fuori? Tanto che Scoglio, dopo la violentissima polemica con Castagnini, fu costretto a chiedere ad altri amici di permettere a Diè, in fuga dalla guerra civile, di allenarsi. Diè, che è costato un’inezia, si è accasato all’Avellino e gli sono bastate poche partite per diventare il trascinatore di una squadra che punta decisamente a tornare nella categoria superiore. E Diè, anche in considerazione di un investimento economico decisamente modesto, alla panchina del Genoa avrebbe sicuramente fatto comodo». Stendiamo un velo pietoso anche sulle considerazioni dell’ivoriano, di cui abbiamo già ampiamente trattato.
«Non è bello per me non giocare, ma è una scelta tecnica ed io rispetto l’allenatore che vede senz’altro meglio di me. Sto bene in questa squadra che è una famiglia. Quando si entra in campo si vuole fare sempre di più»
(Imed Mhadhbi | «La Repubblica», 28/11/2002)
Il Professore poi, nel frattempo, a causa di continue tensioni per una situazione societaria non proprio limpida, con la squadra a metà classifica, preferirà mollare il timone della squadra alla fine dell’anno, dimettendosi. Mhadhbi, tutto sommato aveva del talento, probabilmente era il migliore della flotta tunisina portata dal Professore a Genova, o meglio, il “meno peggio”, ma si rivelò decisamente immaturo, sul piano tattico ma soprattutto su quello disciplinare, e non soltanto in campo. Troppo instabile per una piazza importante come quella genoana. La sua esperienza sarà costellata da un avvio di stagione in imbarazzante sordina, con rarissime apparizioni, molti bocconi amari e qualche lampo. Su tutti, il gol di Cosenza della prima stagione, una rete importantissima considerata un autentico virtuosismo e che rappresentò la prima rete italiana della colonia tunisina importata da Scoglio, ma fu degna di nota anche la gara con il Verona nella sua seconda annata, quando non solo realizzò lo splendido gol del pareggio, ma mise in campo una serie di giocate in dribbling che rinverdirono il soprannome tanto caro al Professore, “Tigana”. Senza dimenticare rete ed assist all’Ancona, decidendo un match che riportò temporaneamente la squadra genovese sulla linea di galleggiamento della classifica.
«E’ stata una grande soddisfazione per me perché il gol che ho segnato è stato importantissimo per la squadra. Stavamo giocando bene e se avessimo perso sarebbe stato gravissimo. Invece siamo riusciti a pareggiare e quel gol ha fatto bene al gruppo, ai tifosi ed anche a me»
(Imed Mhadhbi dopo la rete segnata al Verona | «La Repubblica», 28/11/2002)
Questa è stata la sua esperienza al Genoa: fu una scheggia impazzita, un diagramma altalenante, un folletto protagonista di improvvide impennate che mettevano pepe alla formazione, come però fu capace di lunghe e preoccupanti pause e di strani comportamenti. Come nel Derby di Marassi del 2003, allorquando dopo cinque minuti di gioco, il guardalinee richiamò l’attenzione di Rosetti. Il buon Imed era in campo sulla fascia sinistra, ma sulle distinte per la stampa (ed evidentemente anche su quella per l’arbitro) era invece segnato D’Isanto. Inevitabile lo stop, l’imbarazzo e i conseguenti puerili tentativi di capire la situazione. E, naturalmente, l’inevitabile cartellino giallo per il tunisino, entrato in campo senza autorizzazione. Il commento sulla sua prestazione racchiude in sintesi la sua esperienza italiana: Voto 5. Discreto inizio, poi tanto fumo e poco arrosto. La stagione si chiude con una mesta retrocessione in Serie C1 (salvo poi essere ripescato), e per la ricostruzione della squadra fu chiamato Roberto Donandoni, il quale elegantemente lo defenestrò asserendo che “non rientrava nei piani tecnici”. Il suo contratto, che sarebbe scaduto di lì ad un anno, fu quindi risolto in anticipo. Lasciata l’Italia, riuscirà a disputare (e a vincere) con la Tunisia la Coppa d’Africa nel 2004. La vittoria nel massimo trofeo continentale e le buone prestazioni nel suo club gli valsero la chiamata dal Nantes in Ligue 1. Anche l’esperienza francese partirà bene ma diverse incomprensioni con l’allenatore lo porteranno ad essere sempre più messo ai margini della squadra, quindi fece ritorno in Patria dove concluderà in sordina la sua carriera, contraddistinta dal “vorrei ma non posso”.


«Sono deluso per quello che si dice sul mio conto. Ho sentito dire che sarei svogliato, che non darei il massimo quando sono in campo. Tutte chiacchiere che mi disturbano. Senza contare che mi vengono date colpe che non sento di avere e che si dicono cose inventate completamente. Basta venire al campo di allenamento per rendersi conto se mi impegno o no»
(Imed Mhadhbi dopo la rete segnata al Verona | «La Repubblica», 28/11/2002)

Stagione Squadra Presenze Reti
1988-94 SC Ben Arous
1994-01 Etoile De Sahel
2001-02 Genoa (B) 18 1
2002-03 Genoa (B) 22 3
2003-04 Club Sportif Sfaxien
2004-05 Etoile De Sahel 30 3
2005-07 FC Nantes 10 -
2007-08 Inattivo
2008-10 Stade Tunisien
Copyright © 2006 Calciobidoni.it — Le Meteore e i Bidoni del calcio italiano | Webmaster Cristian Vitali

Qualsiasi materiale pubblicato (testi ed immagini) può essere riprodotto a condizione che venga citata la fonte — Calciobidoni.it