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Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Federico Gerardo Magallanes Gonzalez
Montevideo (Uruguay)
22/08/1976
Centrocampista,
Attaccante
Ala Sinistra,
Seconda Punta
Atalanta,
Venezia,
Torino
7
Micidiale
Il “pupillo” di Romero che ne decantò le doti inesistenti
26/08/2006
di Cristian Vitali
Prima di approdare in Italia, Magallanes aveva iniziato la sua carriera nel 1994 al Penarol di Montevideo, una delle più blasonate squadre uruguayane. Con la casacca giallonera mette in evidenza un discreto talento, che gli consente di realizzare 10 reti in due stagioni. Le sue prestazioni non sfuggono agli osservatori dell’Atalanta, che esprimono pareri molto favorevoli nei suoi confronti. E così, nell’estate del 1996 arrivò giovanissimo a Bergamo, dove non avrà vita facile: davanti a lui aveva un micidiale Inzaghi – che in quella stagione segnava anche da zoppo – un rigenerato (o miracolato?) Lentini e un delizioso e concreto Morfeo. In due stagioni per lui ci sono le briciole, ha i “numeri”, ma è troppo discontinuo, tanto che Mondonico lo tiene spesso in panchina. Eppure nel 1998 arriva inspiegabilmente la chiamata della vita: il Real Madrid. Ma il sogno di vestire quella maglia resterà tale. La società madrilena decide infatti di girarlo immediatamente in prestito al Racing Santander dove ripete sostanzialmente le due stagioni in nerazzurro. E’ bravino, ma potrebbe fare di più: l’equivoco tattico relativo al suo ruolo non gli permette di esplodere definitivamente. A grandi linee può essere considerato come un esterno con propensioni offensive in grado anche di affiancare all’occorrenza una prima punta di peso. In sostanza, però, non è mai stato in grado di segnare con continuità. E questo è sempre stato il suo limite che non gli ha permesso di affermarsi nel calcio che conta.
Torna così in Uruguay. L’aria di casa gli fa bene: l’ottimo rendimento dimostrato con il Defensor Sporting gli spalanca di nuovo le porte dell’Italia. Quella di Venezia sarà la sua stagione più prolifica (si fa per dire) con cinque reti realizzate. Tutto sembra quindi pronto per il grande salto in una squadra nobile (decaduta) della nostra Serie A: nel 2002 approda al Torino ricco di buoni propositi nel voler riscattare una piazza da troppo tempo abituata a soffrire. Quando arrivò all’ombra della Mole, la gloriosa maglia granata accese in lui delle forti emozioni, visto che lo esaltarono al punto tale da farlo straparlare: «Questo sarà l’anno della mia consacrazione». E ancora: «Dove giocherò? Deciderà l’allenatore ma io posso giocare ovunque, perché i grandi giocatori possono giocare ovunque». Grande modestia. Per fortuna, a riportare tutti con i piedi per terra fu Sandro Mazzola: «Magallanes non ha sempre fatto vedere il suo valore e questo sarà un anno importante tanto per noi quanto per lui». E invece sarà fallimento su tutti i fronti: a conti fatti, segnò solo una rete (al Chievo) all’interno di una stagione sfortunata, che si concluse con la retrocessione in Serie B. Tuttavia, dal 1999 al 2003 è spesso stato nel giro della Nazionale, con la cui maglia ha giocato 26 gare e realizzato 6 reti. Il Presidente granata di allora, quel grande genio di Attilio Romero, dall’alto della sua sconfinata esperienza calcistica e delle sua innate conoscenze tecniche (?) lo aveva definito come «un devastatore di fascia sinistra, un mix fra Best, Meroni e Gento». Un cocktail azzardato che si è rivelato micidiale.
«E adesso mi sento più forte»
(Federico Magallanes, attaccante Atalanta, dopo il gol-partita realizzato in Atalanta-Verona 1-0 | «La Repubblica», 06/01/1997)
«Magallanes? E cosa è? Io ho solo capito che è mancino»
(Luigi Cagni, allenatore Verona, dopo Atalanta-Verona 1-0 | «La Repubblica», 06/01/1997)
«Federico ha capito come si vive e si gioca in Italia. Non avrà problemi a esplodere»
(Jose’ Oscar Herrera, difensore Cruz Azul | «La Stampa», 06/01/1997)
«Questo sarà l’anno della mia consacrazione»
(Federico Magallanes, attaccante Torino)
«I derby sono bellissimi e ora tocca al Toro vincere. Ho già segnato un gol a Buffon. Spero di fargliene altri»
(Federico Magallanes, attaccante Torino, durante la presentazione | «La Stampa», 04/09/2002)
«Il mio ruolo? I grandi giocatori si adattano in qualsiasi posto, a destra come a sinistra»
(Federico Magallanes, attaccante Torino, durante la presentazione | «La Stampa», 04/09/2002)
«A dicembre dirò se lotteremo per salvarci o ripeteremo il miracolo Intertoto. Conto anche di restare nel giro della Nazionale»
(Federico Magallanes, attaccante Torino)
| Stagione | Squadra | Presenze | Reti |
| 1994-96 | Penarol | 34 | 10 |
| 1996-97 | Atalanta | 11 | 1 |
| 1997-98 | Atalanta | 13 | 2 |
| 1998-99 | Real Madrid | - | - |
| Ott. 98 | Racing Santander | 17 | 1 |
| 1999-01 | Defensor Sporting | 32 | 21 |
| Feb. 01 | Racing Santander | 15 | 3 |
| 2001-02 | Racing Santander (B) | - | - |
| Set. 01 | Venezia | 23 | 5 |
| 2002-03 | Torino | 18 | 1 |
| 2003-04 | Siviglia | 5 | 1 |
| 2004-05 | Albacete B (C) | ||
| 2005-06 | Eibar (B) | 10 | 1 |
| 2006-07 | Dijon (C) | 7 | 1 |
| 2007-08 | Inattivo | ||
| 2008-09 | Mérida (C) | 23 | 11 |
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