Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Guillelmo Martinez Amor


Luogo di Nascita:

Benidorm (Spagna)


Data di Nascita:

04/12/1967


Ruolo:

Centrocampista


Posizione:

Interno


Squadra:

Fiorentina

Voto al Bidone:

6,5


In una parola:

Disilluso



Guillelmo Amor


Un grande al Barcellona, sfortunato e deludente altrove


06/06/2008

di Cristian Vitali

«Guillermo è il più vincente dei nostri giocatori. Ha capito quello che occorre per vincere gli scudetti, anche perché ne ha già collezionati tanti, in Spagna. Chi non si sentisse preparato dovrebbe prendere lezione da lui, vedere con quale intensità si allena anche se gioca meno degli altri. È un professionista vero»
(Giovanni Trapattoni, allenatore Fiorentina)

Una carriera vissuta in blaugrana. Trecentoundici presenze in undici stagioni, trentotto reti segnate. Praticamente, un fedelissimo. Niño (il suo primo soprannome) era un ragazzino, quando si affacciò alla porta della società catalana. «Il Barça è la squadra del cuore, è un’intera carriera. Oltre un decennio con quella maglia sulle spalle, per un calciatore significa una vita. Là sono cresciuto e maturato, anche come uomo». Ci è arrivato nel 1988, dopo due anni passati all’Atletico Barcellona, società satellite. Non si è più mosso fino al momento di fare le valigie per Firenze. E questo accadde per colpa (o merito?) di Van Gaal. Fu infatti il tecnico olandese a presentare a Gaspart la lista degli indesiderabili, estromettendolo di fatto dalla squadra che lo aveva visto crescere: «Quel giorno, non mi vergogno a dirlo, ho pianto. Io nel Barça sono cresciuto, quando ero un ragazzo la società mi ha addirittura pagato gli studi, ho vissuto stagioni splendide. Ma la vita continua, anche quella calcistica. Che adesso, per me, si chiama Fiorentina». Era il 20 Giugno 1998, in quell’occasione i dirigenti della Fiorentina (Luna, Antognoni e Governato) incontrarono i rappresentanti del giocatore. A sera, nessuno annunciò ufficialmente il passaggio in viola di questo pezzo di storia del calcio catalano. Ma le trattative erano già praticamente concluse.

«Guillermo è un ragazzo splendido, voluto soprattutto da Trapattoni»
(Luciano Luna, Amministratore Delegato Fiorentina)
Due anni a Firenze, con l’opzione per il terzo. Purtroppo o per fortuna, mai esercitata. I suoi compagni avevano già deciso a chi poteva assomigliare, dal punto di vista calcistico: ad un centrocampista eclettico, capace di ricoprire parecchi ruoli in mezzo al campo: Deschamps. Lui ringrazia, e puntualizza: «Il paragone mi sembra interessante e lusinghiero. Io, però, forse ho piedi migliori del francese». Forse, appunto. In molti nutrono ancora seri dubbi in merito. Uno che sa stare al suo posto, Guillermo Amor. Che nei primi mesi nel calcio italiano non ha avuto spazi infiniti nei quali liberare la fantasia (?), ma mai ha azzardato un accenno di polemica. Trapattoni nutriva per lui una profonda stima. E quando parlava della sua truppa aveva spesso una citazione per lo spagnolo. Peccato che in riva all’Arno lo Scudetto l’abbiano visto col binocolo. Dopo Firenze (e anche durante) il nulla.
Grande giocatore in blaugrana, soprattutto prezioso in fase di copertura e nell’impostazione della manovra, poiché in grado di coprire ruoli diversi, nel capoluogo toscano non è riuscito ad imporsi. Ma perché il tecnico Van Gaal decise di sbarazzarsi di quello che era da considerasi ormai una bandiera del Barcellona? Una pedina importante e sempre presente nei momenti difficili? Fatto sta che da quando si recise il cordone ombelicale con la “sua” squadra, Amor non sarà più lo stesso. Anonimo a Firenze per due anni, appena dignitoso nel ritorno in Spagna con la maglia del Villarreal, per poi lasciare mestamente il calcio giocato con il pittoresco Livingstone, in Scozia. Non meritava un canto del cigno così triste e malinconico. Soprattutto perché ci si può perdere, nel tentativo di rincorrere e catalogare i trionfi personali di Amor. Cinque successi nel campionato spagnolo, una Coppa dei Campioni (1992), una Coppa delle Coppe e due Supercoppe Europee. Con 37 presenze con la Nazionale spagnola dal 1990 al 1998, anno in cui si trasferì in Italia. L’anno nero di Guillelmo, che da quel momento non è stato più lo stesso. Appese le scarpe al chiodo, la sfortuna ha continuato a perseguitarlo: il 16 Dicembre 2007 è rimasto coinvolto in un incidente stradale mentre percorreva l’autostrada che collega Valencia a Barcellona. Era di ritorno appunto da Valencia, dove era stato in qualità di commentatore per il match tra la formazione di casa e il suo Barcellona. Ancora una volta croce e delizia della sua vita.


Stagione Squadra Presenze Reti
1986-88 Atletico Barcellona
1988-98 Barcellona 311 38
1998-99 Fiorentina 16 -
1999-00 Fiorentina 8 -
2000-02 Villarreal 64 1
2002-03 Livingstone 3 -
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