Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.
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Una Recensione del nostro Blog pubblicato nella Communitiy Digilander di Libero.it
Siamo campioni del mondo ma in Serie A ci giocano gli stranieri. Alcuni dei nostri migliori talenti (Cannavaro, Zambrotta, Toni, Grosso, Lucarelli, Giuseppe Rossi solo per fare qualche nome) emigrano all’estero e sui nostri terreni di gioco arrivano fiumi di stranieri. Secondo un rapido calcolo pubblicato da La Repubblica in questa sola stagione sono stati impiegati fin qui 160 calciatori non italiani, ma tesserati sono oltre 200, con una media di 10 giocatori stranieri per ogni squadra. L’Inter che domina il campionato da due anni ne ha addirittura 22 in rosa e spesso va in campo senza nemmeno un italiano. Ora arriva il (misero) mercato di riparazione di gennaio e dove vanno a cercare rinforzi pronti all’uso i coloni del pallone italico? All’estero, ovviamente. Gli italiani costano troppo, dice la leggenda, ma gli stranieri non è che arrivino esattamente a costo zero. E soprattutto questi fenomeni della pedata d’oltre confine spessissimo si rivelano dei flop, dei brocchi, delle delusioni, dei bidoni. Altro che stelle di prima grandezza, alcuni di loro sono stati meno brillanti di un lumino da cimitero. Da Zahoui e Luis Silvio ad Adriano (che si è aggiudicato per due volte di fila il Bidone d’Oro) passando per Borghi, Miura, Pancev e Vampeta la lista dei brocchi d’importazione sarebbe infinita. Su Libero ci ha provato a fare un impossibile censimento Cristian Vitali, che ha creato un sito tutto dedicato ai bidoni. Mediani, terzinacci, punte spuntate e presunti funamboli passati come meteore nel campionato più bello del mondo, lo spettacolo più ambito al quale loro hanno contribuito con un insostituibile portato di comicità involontaria. Per ciascuno di loro una scheda che riassume le gesta italiche di questi campioni di scarsezza. La lentezza di Andrade ricordato dai romanisti come “Er moviola”, gli stravizi del viola Socrates, le fatali indecisioni di Gresko, le distrazioni dell’intellettuale Aaltonen; ogni bidone che si rispetti ha la sua storia, le sue leggende e i suoi momenti di notorietà, di cui avrebbe fatto volentieri a meno. E la fabbrica dei bidoni lavora a ciclo continuo, ne arrivano costantemente da ogni parte del mondo, di ogni età e in ogni ruolo. I tifosi si preparino all’ennesima invasione.
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