Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.
Ludovic Coeck
Berchem (Belgio)
25/09/1955
Centrocampista
Ala Destra
Inter,
Ascoli
Da perno dei biancomalva a sfigata meteora nerazzurra
30/11/2008
di Cristian Vitali
Aveva vinto tutto con la maglia viola dell’Anderlecht, era un giocatore affermato, ma una volta giunto all’Inter si perse del tutto. E il destino, spesso ingiusto, non gli ha dato il tempo di riscattarsi. Così si può riassumere, in un immaginario epiteto, la vita di questo sfortunato giocatore fiammingo, scomparso prematuramente all’età di 30 anni. Cresciuto nelle giovanili del Berchem, club di seconda divisione della sua città natale, a 17 anni fu portato al prestigioso Anderlecht, in cui vi rimase per ben 11 stagioni, proprio nel periodo più felice della sua storia. Coek, infatti, di quella squadra ne divenne una vera bandiera vincendo praticamente tutto, facendo razzia di trofei tanto in Belgio quanto in Europa: 2 Scudetti, 3 Coppe di Lega, 2 Coppe delle Coppe e 1 Coppa Uefa è lo scintillante palmares del centrocampista. Che fu anche un perno della Nazionale belga, con cui totalizzò 46 presenze, partecipando ai Mondiali di Spagna 1982 e agli Europei giocati in Francia nel 1984.
Arrivò all’Inter quindi carico di successi a 28 anni, nell’estate 1983, e il suo trasferimento ai nerazzurri, che superarono la concorrenza dei cugini del Milan, costò circa 2 miliardi di Lire. La sua personale avventura italiana iniziò il 24 Agosto 1983 in un Inter-Empoli 3-1 di Coppa Italia. Purtroppo, però, a Milano la sua esperienza, complice alcuni infortuni, non fu per niente positiva: già nel precampionato si procurò uno stiramento muscolare in un'amichevole con il Livorno; ebbe poi una distorsione alla caviglia col Parma in Coppa Italia e una botta al costato con l'Udinese in campionato. Al tirar delle somme, collezionò solamente 9 presenze in campionato, 4 in Coppa Italia e 2 nelle Coppe europee, senza mai assaporare il gusto del gol. La stagione seguente, se possibile, fu ancora peggiore: scomparve misteriosamente dai campi di gioco senza farvi più ritorno, tant’è che la sua ultima gara sarà un Inter-Catania di campionato del 13 Maggio 1984. Questo sempre a causa di ripetuti infortuni che tormentavano continuamente la sua caviglia, il che gli valse l’appellativo di “Mummia”. Alcuni arrivarono a soprannominarlo scherzosamente “Nudo” Coek. Dopo un anno di sostanziale attività, sembrava in procinto di passare all’Ascoli nel Settembre 1984 ma, ironia della sorte, l’ennesimo infortuno di cui fu vittima nel precampionato non gli permise di esordire con la maglia bianconera del piccolo club marchigiano. Si arrivò alla rescissione del contratto, tornò quindi in Belgio per curarsi (gli era stata diagnosticata, nel frattempo, pure un'anomalia all'anca) e rimase inattivo quasi un anno prima di accasarsi con il RWD Molenbeek. Ma la “sfiga” continuò a perseguitarlo, a prenderlo di mira senza sosta e che, senza saperlo, lo braccò fino alla fine dei suoi giorni. Infatti, speranzoso di trovare un nuovo ingaggio in Patria, il 7 Ottobre 1985, mentre si recava a Rumst, nei pressi di Anversa, dopo essere stato ospite ad una trasmissione televisiva, rimase coinvolto in uno spaventoso incidente stradale. Le numerose fratture e il conseguente trauma cranico ne causarono la morte clinica, e Coeck si spense il 9 Ottobre alla Clinica dell'Università di Anversa, ad Edegem, all’età di 30 anni. Il fato – e la sfortuna, che per lui divenne una maledizione – gli tolse la possibilità di giocarsi un’altra meritata chanche per ritornare ad essere protagonista, come lo fu in passato.Stagione | Squadra | Presenze | Reti |
1971-72 | Berchem Sport (B) | ||
1972-83 | Anderlecht | 292 | 54 |
1983-84 | Inter | 9 | - |
1984-85 | Ascoli | - | - |
1985-86 | RWD Molenbeek |
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