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Mido, un egiziano dimenticato. In tutti i sensi


L’attaccante giallorosso fu lasciato a piedi al termine della disfatta in Supercoppa, e nessuno si accorse della sua assenza


13/12/2013

di Cristian Vitali

Al Meazza, Sabato 26 Agosto 2006, l’Inter di Mancini e la Roma di Spalletti si affrontano per la consueta sfida estiva della Supercoppa Italiana. E’ l’anno di Calciopoli, con la Juve retrocessa d’ufficio per la prima volta nella sua storia. La gara sembra mettersi subito bene per i giallorossi, che hanno l’occasione di conquistare, in gara secca, perlomeno un Trofeo che spezzi il digiuno di vittorie e faccia meglio digerire il secondo posto ottenuto sia in campionato che in Coppa Italia. Dopo soli 34 minuti, vale a dire quando Aquilani sigla la terza rete per i suoi, tutti credono che la pratica sia già chiusa. Roma avanti di tre gol in appena mezz’ora. Il centrocampista romano credeva di aver messo il sigillo ad un vittoria facile facile. Troppo. E infatti se in chiusura di primo tempo Vieira accorcia le distanze, per una rete che sembrava avesse il sapore della bandiera, in realtà fu l’inizio della riscossa nerazzurra. Nel secondo tempo, infatti, emerge la squadra di Mancini: segna Crespo, poi ancora Vieri, quindi Figo, nei primissimi minuti del primo tempo supplementare. Insomma, l’Inter realizza una clamorosa, spettacolare quanto insperata rimonta e vince l’ennesima sfida stagionale con i giallorossi, rimontando da 0-3 a 4-3. Per la Roma, quindi, una clamorosa disfatta che ha il sapore dell’harakiri. Inutile pensare l’ovvio: a fine gara il malumore prende il sopravvento tra i giallorossi, mentre è festa grande per i ragazzi dell’Inter, che hanno anche l’opportunità di festeggiare nel proprio Stadio, davanti al proprio pubblico. La squadra romana, stizzita e abbattuta per la debacle, non perde tempo e in fretta e furia (più furia che fretta) abbandona mestamente il Meazza per prendere la strada della Capitale (con le pive nel sacco). Arrivati a Fiumicino, i giocatori hanno lasciato l’Aeroporto romano con il pullman, dove erano presenti tutti i giocatori. Tranne uno.

Dopo essere già partiti, qualcuno si è accorto che mancava all’appello (mai fatto, però) un giocatore: Mido. Già, l’egiziano scarso, che risultò assente anche in campo, visto che subentrò a Totti al minuto 72 senza combinare nulla. E il disguido avrebbe anche un colpevole: il Team Manager Salvatore Scaglia, che non seguì la squadra ma rimase a Milano. Più che colpevole, però, questo episodio risalterebbe invece le capacità organizzative del Dirigente, la cui assenza ha svelato qualche lacuna anche in questi piccoli frangenti. Dopo di che qualcuno, chissà chi, si è accorto dell’assente (in tutti i sensi) e ha fatto fare dietrofront all’autista. Quando la squadra tornò a Roma, l’Aeroporto era praticamente chiuso: i giocatori, che sarebbero dovuti uscire insieme, sono invece usciti sparpagliandosi dal primo piano del Terminal, raggiungendo alla spicciolata il pullman. Tutti, appunto, tranne uno, Mido, che stava parlando al telefonino. L’egiziano non si è accorto di nulla e neanche gli altri si sono ricordati di lui, visto che, per l’appunto, mancava il buon Scaglia a fare la conta. Come i ragazzini. Come ne «Mamma ho perso l’aereo». Nessuno si è reso conto che il pullman della Roma stava partendo senza il suo attaccante: si è trattato ovviamente di un disguido involontario e prontamente risolto, però Mido si è così sentito, per l’ennesima volta, ai margini della squadra. Letteralmente. Un episodio, veramente accaduto, che la dice lunga sulla considerazione che era riuscito a guadagnarsi in giallorosso.


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