Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.
Johan Vonlanthen Benavidez
Santa Marta (Colombia)
01/02/1986
Attaccante
Centravanti
Brescia
7
—
Un precoce centravanti che conosce più lingue che gol
12/03/2009
di Cristian Vitali
Johan Vonlanthen è un curioso e singolare “incrocio”. Colombiano di nascita ma svizzero d’adozione (un po’ come Kubilay Turkyilmaz, dalle origini turche), visto che è arrivato in Svizzera quando aveva appena 12 anni; sua madre, una ragazza colombiana, aveva sposato un cittadino svizzero, Roger Vonlanthen. Pertanto inizia a giocare a calcio nelle giovanili di un club della Capitale elvetica, lo Young Boys, dimostrando di essere un vero talento, soprattutto molto precoce: nella stagione 2001/02, all’età di appena 16 anni, debutta nella massima Serie locale collezionando 8 presenze nella sua prima stagione da professionista, mentre a 18 esordisce in un incontro internazionale (Svizzera-Liechtenstein). Detiene tuttora il record del giocatore più giovane ad aver segnato un gol nella storia dei campionati europei: il 21 Giugno 2004 realizza la rete del momentaneo pareggio contro la Francia migliorando così il primato del più giovane giocatore ad aver segnato nella massima rassegna continentale, battendo Rooney che lo aveva stabilito appena quattro giorni prima. L’anno precedente lo ingaggiò il PSV, squadra olandese di Eindhoven, battendo sul tempo una serie di pretendenti agguerrite, per la cifra 750.000 Dollari: peccato però che il tecnico Hiddink lo utilizzerà con molta parsimonia, probabilmente per non sprecare il suo talento. Il giovanotto scalpita come un dannato in panchina, quindi chiede una cessione, prontamente accordata: il 2 Febbraio del 2005 passa in prestito al Brescia – dove ritrova il suo connazionale Zambrella – ed esordisce con le “rondinelle” in Serie A. Johan si disse entusiasta della nuova sistemazione.
Purtroppo però, ben presto gli fecero capire che davanti a lui aveva Delvecchio, Caracciolo, Sculli e pure Nygaard! Pertanto, giocò appena 9 spezzoni di gara, senza segnare neanche un gol, risultando spesso inutile alla squadra, con l’attenuante però di non aver avuto appieno l’occasione per esprimere il suo talento, che risulterà in parte inespresso anche nel prosieguo della sua carriera. De Biasi – tecnico del Brescia al momento del suo arrivo in Italia – stravedeva per il giovane Vonlanthen: purtroppo, però, dopo pochissimo fu esonerato e al suo posto arrivò Cavasin, che non lo vedeva di buon occhio, poiché non lo conosceva. Nonostante il cambio alla guida tecnica, per le “rondinelle” le cose non cambiano: i lombardi al termine della stagione retrocedono in Serie B. E Vonlanthen tornò a parlare: «A Brescia ho disputato 9 partite e nel complesso posso ritenermi soddisfatto. Sarei potuto restare, ma purtroppo nella partita decisiva contro la Fiorentina non abbiamo pareggiato, bensì perso chiaramente e siamo retrocessi. E in Serie B sinceramente non volevo giocare». E mano male che si riteneva soddisfatto! A Giugno del 2006, non ancora smaltita la delusione per aver dovuto saltare i Mondiali a causa di un problema alla coscia, annuncia il suo passaggio al Red Bull Salisburgo, la squadra di Trapattoni e Matthaus, dove però continuerà a non convincere appieno. Vonlanthen parla sette lingue: lo spagnolo, il francese, il tedesco, il portoghese, l’olandese, l’inglese e un po’ di italiano. «Sono rimasto quasi tre anni in Olanda, quanto basta per imparare la lingua. Lì ho imparato anche l’inglese, il portoghese lo parlano i miei amici e a scuola ho imparato il francese e il tedesco. In Italia sono rimasto poco tempo, ma l’italiano è simile allo spagnolo». Però sette lingue non gli bastano. «Tra poco voglio iniziare ad imparare l’arabo», dice. Peccato che non abbia ancora imparato la lingua per lui più importante: quella del gol. AGGIORNAMENTI — Nel 2012, scaduto il contratto con l’Itaguì Ditaires, e con il ginocchio destro malandato, annuncia il suo ritiro, ad appena 26 anni, ufficialmente per motivi familiari. Ha infatti dichiarato che uno dei motivi principali è la nascita di suo figlio, che vuole seguire da vicino, con la precisa volontà di farlo crescere in Colombia, dove si è trasferito a vivere. L’anno seguente, però, torna in campo in Svizzera e veste le maglie di Grasshoppers, Sciaffusa, Servette e Wil.«Anziché scendere in campo mi ritrovai spesso in panchina, senza poter mostrare le mie abilità. L’amarezza e la delusione cominciarono a prendere il sopravvento. Sotto quella pressione cercavo di risolvere i problemi con le mie forze, ma inciampavo nel mio carattere. Mi accorsi che stavo dribblando me stesso, ma anche Dio»
(Johan Volanlathen | «Giornale di Brescia», 15/12/2012)
Stagione | Squadra | Presenze | Reti |
2001-04 | Young Boys | 37 | 6 |
Set. 03 | PSV Eindhoven | 29 | 6 |
Gen. 05 | Brescia | 9 | - |
2005-06 | NAC Breda | 32 | 6 |
2006-09 | Red Bull Salisburgo | 84 | 11 |
2009-10 | Zurigo | 27 | 10 |
2010-11 | Red Bull Salisburgo | 11 | - |
2011-12 | Itaguì Ditaires | 6 | - |
2012-13 | Inattivo | ||
2013-14 | Grasshoppers | 5 | - |
Gen. 14 | Sciaffusa (B) | 17 | 2 |
2014-15 | Servette | 33 | 10 |
2014-15 | Servette | 33 | 10 |
2015-16 | Inattivo | ||
Gen. 16 | Wil | 53 | 9 |
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