Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Krunoslav Jurcic


Luogo di Nascita:

Zagabria (Croazia)


Data di Nascita:

26/11/1969


Ruolo:

Centrocampista


Posizione:

Regista


Squadre:

Torino,
Sampdoria

Voto al Bidone:

8,5


In una parola:

Allucinato



Krunoslav Jurcic


Sostituì degnamente un “bidone” del calibro di Diawara


18/02/2011

di Cristian Vitali

Jurcic mi ricorda l’ex milanista Vieira e può darci un buon aiuto in zona-gol»
(Gianluigi Lentini, centrocampista Torino | «La Stampa», 22/01/2000)
«E’ un operaio dai piedi buoni, aggiunto ad altri operai per costruire la macchina che ci porterà alla salvezza»
(Emiliano Mondonico, allenatore Torino | «La Stampa», 23/01/2000)

A seguito della partenza di Djibril Diawara – ceduto per disperazione al Bolton, in Inghilterra – la dirigenza granata, con in testa il Direttore Sportivo Luigi Pavarese, nel giro di pochi giorni trovò il suo sostituto: si trattava di Krunoslav Jurcic, già Nazionale croato. Il 19 Gennaio 2000 fu presentato alla stampa: «E’ il giocatore che in mezzo al campo ci mancava e che nel gioco aereo ci renderà uguali agli altri – disse il tecnico Mondonico – starà davanti alla difesa, da vero incontrista, e potrà permettere alla squadra di costruire di più anche in attacco, un modulo che fino ad oggi non potevano sperimentare». Sembrava fosse arrivato un messia: Mondonico esagerò decisamente a decantare le (poche) qualità del croato. Jurcic non parlava una parola di italiano, limitandosi quindi ad esprimere la propria soddisfazione per essere arrivato nel “miglior campionato del mondo”. Firmò per due anni, e il suo cartellino fu pagato circa 4 miliardi di Lire. Proveniva dal Croazia Zagabria, e con la Nazionale del suo Paese giunse sorprendentemente terzo ai Mondiali disputati in Francia due anni prima. Contrariamente alle malelingue, arrivò ad onorare in pieno il contratto, ma a Torino giocò davvero pochissimo, visto che fu ben presto relegato tra le riserve. Mediano di tanta quantità e poca qualità, dotato di una lentezza non indifferente, contribuì alla retrocessione in B dei granata: pur rimanendo anche nel torneo cadetto la stagione seguente, rimase stabilmente ai margini della squadra. Qualche chanches ce l'aveva con Simoni, ma poi era stato accantonato da Camolese, che lo mandava sempre in tribuna. Un giorno, stanco per le continue esclusioni, scoppiò a piangere e Mazzola, per consolarlo, decise di vedere la partita con lui. Fu la prima di otto vittorie consecutive e Jurcic diventò un portafortuna. Solo a tempo.

«Non so nemmeno chi sia, purtroppo ormai decidono tutto le società e noi allenatori siamo costretti a subire»
(Luigi Cagni, allenatore Sampdoria | «La Repubblica», 27/07/2001)
Ormai messo definitivamente da parte, si convinse a cercare una nuova sistemazione finché, due mesi più tardi – nel Novembre 2001 – passò alla Sampdoria (nell’ambito della trattativa che portò Vergassola al Toro, in cambio del croato, Tricarico e 8 miliardi), un’altra “nobile decaduta” che si trovava ad annaspare in Serie B, dove replicò la sfortunata parentesi piemontese: appena 3 presenze in quel di Genova, finché di lui, scaduto il contratto, se ne persero completamente le tracce. Delle sue tre apparizioni si ricorda soprattutto un colpo di testa all’indietro ad Ancona, che si trasformò in un assist per un avversario. Dopo essersi ritirato ha intrapreso la carriera di allenatore, che però non gli ha riservato maggiori fortune. Infatti il suo primo incarico, alla guida del Pula – modesto club militante nella Serie A croata della città di Pola, situata all’estremo sud della penisola d’Istria – non è durato molto: al termine di una gara contro l’Osijek (finita per 2-2), rassegnò le dimissioni, esternando tutta la sua delusione poiché non ne poteva più di guidare una squadra deconcentrata e demoralizzata dalla pessima situazione finanziaria del club, tra l’altro cronicamente disorganizzato, e infine “tartassato” dalle dubbie decisioni arbitrali. La sua decisione di lasciare la squadra scatenò un terremoto all’interno del club, dato che tutta la dirigenza fece come lui, lasciando la società allo sbando più completo, facendo intuire come il calcio locale sia destinato a spegnersi. E anche a Torino successe qualcosa di poco piacevole: il suo arrivo in granata coincise perfettamente con le trattative definitive per la cessione del club torinese dalle mani di Vidulich a quelle disgraziate di Aghemo e Cimminelli che, insieme a Romero nella veste di Presidente, porteranno i granata diritti dritti al fallimento. E’ proprio vero: quel croato era “sfigato” fino al midollo, e come tale ha portato sfortuna dovunque sia andato. Anche a se stesso.


Stagione Squadra Presenze Reti
1991-93 Inter Zapresic 30 6
1993-95 Istra Pula 46 14
1995-96 Beveren 20 -
1996-00 Croazia Zagabria 82 17
Gen. 00 Torino 10 -
2000-01 Torino (B) 4 -
2001-02 Torino (B) - -
Nov. 01 Sampdoria (B) 3 -
2002-04 Slaven Belupo
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