Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.
Pablo Garcia Perez Gabriel
Pando (Uruguay)
13/05/1977
Centrocampista
Regista
Milan,
Venezia
7
—
Un anonimo uruguayano raccomandato da Passarella
12/03/2006
di Cristian Vitali
Pablo Garcia lo raccomandò Passerella, uno che – secondo alcuni – di giovani se ne intende. Quando Galliani acquistò il centrocampista argentino per il Milan, l’ex tecnico della Nazionale biancoceleste disse: «Zaccheroni può andare sul sicuro, Pablo ha tutto per fare bene in Italia; è un grande incontrista e ha innato il senso del gioco; è forte sui calci piazzati oltre che di testa e non è assolutamente lento». Anche Josè Mari, suo connazionale e poi compagno di squadra al Milan, disse di lui: «E’ un giocatore di grande personalità». Pablo Garcia si applicò in maniera volenterosa per ripagare la fiducia, ma con scarsi risultati: alto, ben proporzionato, ma dotato di una lentezza quasi innaturale, completamente privo di agonismo, così flemmatico tanto da apparire svagato, fu così ceduto al Venezia dove ha giocato poche partite subentrando dalla panchina. Pochi mesi prima del suo passaggio al Milan, Pablo Casal, il suo procuratore, lo aveva proposto alla Fiorentina, ma i dirigenti stipendiati da Vittorio Cecchi Gori chiusero l’argomento con una frase che poi è un classico: «E' troppo lento». Tornato in Spagna, si rigenera nella modesta formazione dell’Osasuna, tanto da meritarsi addirittura la chiamata dei galacticos del Real Madrid. Pedina fondamentale dell’Uruguay durante le qualificazioni ai Mondiali nippocoreani del 2002, ha giocato tutte e tre le partite della prima fase e resta tuttora uno dei perni della Nazionale uruguayana. Nato e cresciuto a Montevideo, Garcia inizia nei Montevideo Wanderers. Si trasferisce una prima volta in Spagna nel 1997, all’Atletico Madrid, ma torna ben presto nel suo paese natale, ceduto in prestito al Penarol. Centrocampista che bada al sodo, ma tecnico quanto basta e abile sui calci piazzati, Pablo Garcia si è guadagnato la fama di giocatore roccioso nel suo periodo spagnolo. Nel 1998 torna a Madrid, dove gioca per due anni con la seconda squadra dell’Atletico prima di essere ceduto nuovamente in prestito, prima al Milan nel 2001 (solo 5 presenze), poi al Venezia. Quindi torna in Spagna, all’Osasuna, sempre temporaneamente. Al termine della stagione si guadagna però il trasferimento definitivo in Navarra, poiché mette in mostra qualità tecniche invidiabili e diventa fondamentale per la squadra, raggiungendo anche la finale di Coppa del Re, persa per 2-1 contro il Real Betis. Nell’estate 2005 il Real Madrid lo acquista per 4 milioni di Euro e il cartellino di Borja Fernández. Ma il buon Galliani non aveva “toppato”, come verrebbe da pensare. La storia si ripete anche al “Bernabeu”: le sue prestazioni calano vistosamente e quando arriva Capello sulla panchina delle merengues, lui viene subito ceduto. Andrà prima al Celta Vigo e poi al modesto Real Murcia, giocando sempre poco e male. Nell’estate del 2008 si trasferisce nel campionato greco, al Paok Salonicco.
Stagione | Squadra | Presenze | Reti |
1996-97 | Wanderers | 35 | 1 |
1997-98 | Atletico Madrid B (B) | - | - |
Apr. 98 | Penarol | 9 | - |
1998-01 | Atletico Madrid (B) | 38 | 3 |
Gen. 01 | Milan | 5 | - |
2001-02 | Milan | - | - |
Ott. 01 | Venezia | 14 | - |
2002-05 | Osasuna | 77 | 6 |
2005-06 | Real Madrid | 22 | - |
2006-07 | Celta Vigo | 14 | - |
2007-08 | Real Murcia | 8 | - |
2008-09 | Paok Salonicco |
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