Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.
Djibril Diawara
Dakar (Senegal)
03/01/1975
Centrocampista
Interno
Torino,
Cosenza
9
Rissoso
Il calciatore-pugile, perfetto per gestire un Night Club
16/11/2008
di Cristian Vitali
Diawara fece parte della campagna acquisti messa in atto dal Presidente Vidulich e dal Direttore Sportivo Pavarese, in seguito alla promozione in Serie A dei granata. Messosi in luce giovanissimo nel Le Havre, fu poi acquistato dal Monaco, la prestigiosa squadra del Principato, dove però era un semplice comprimario. Ha una cicatrice gli scende da sotto l’occhio destro fino all’orecchio (ricordo di una rissa in Discoteca), e il naso grande, schiacciato, da pugile. Appunto. Una descrizione fisica che corrisponde alle attitudini non certo “paciose” del giocatore, che finiranno per segnare maledettamente la sua carriera. Proprio a Montecarlo successe un fatto che avrebbe dovuto far riflettere i dirigenti granata, prima di propendere per il suo acquisto. Una sera di Maggio del 1998 il Monaco, al cospetto del Principe Ranieri, veniva eliminato dalla Champion’s League dalla Juventus, all’epoca squadra poco trattabile. Quella sera il senegalese si mette in mostra, ma non certo positivamente. C’è da premettere che nella gara di andata al “Delle Alpi” Diawara commise fallo in area su Filippo Inzaghi, provocando il conseguente calcio di rigore. Forse memore di questo, Djiblil si è vendicato nella sfida di ritorno, giocata al “Luis II” di Montecarlo, spaccando il labbro all’attaccante piacentino con una gomitata. La cosa, compiuta ai danni di uno juventino, probabilmente piacque molto ai dirigenti del Torino che, forti del ritorno in Serie A, lo convinsero a vestire la maglia granata, quasi sicuramente per estendere i suoi “dispetti” anche ad altri giocatori bianconeri. Tuttavia, da noi non giocò bene, e si rese protagonista di un altro episodio da dimenticare: all’inizio del 2000, durante un Bari-Torino, già innervosito dai cori razzisti, Diawara fu colpito duramente al naso dal giocatore avversario Del Grosso, al che si scagliò contro Garzya credendolo autore del fallo, sputandogli in faccia e colpendolo con un calcio ad una gamba. Arrivò anche a spintonare violentemente un rappresentante dello staff societario pugliese. Si beccò quindi ben 4 giornate di squalifica (poi ridotte a 3) dal Giudice Sportivo. Ne conseguì una forte polemica, che coinvolse anche la politica, ma alla fine tutto venne dimenticato con il tempo. Dopo essere retrocesso in B, quella che doveva essere la stagione del riscatto (peraltro in una serie inferiore, dove poteva far prevalere la sua pur limitata tecnica), fu invece l’anno del definitivo crollo. Appena 7 presenze, e la minacciosa etichetta di giocatore “scomodo”, da dirottare altrove.
«Diawara 6,5: marcare Vieri, di questi tempi, non è facile per nessuno. Si applica e svolge bene il lavoro, fino al minuto 76. Da come parte in avanscoperta, credo che il suo modello sia Thuram. Ha bella corsa. Ma certi tentativi di dribbling, Mondonico glielo avrà già detto, è meglio che se li scordi, per un po' . E anche il calciare lontano la palla (ammonito) per una punizione contro (che peraltro non c' era) non contribuisce a renderlo popolare agli occhi degli arbitri»
(Gianni Mura, Pagella di Djibril Diawara relativa a Torino-Inter 0-1 del 27/09/1999 | «La Repubblica», 29/02/2000)
Stagione | Squadra | Presenze | Reti |
1993-97 | Le Havre | 58 | 1 |
1997-99 | Monaco | 24 | - |
1999-00 | Torino | 14 | - |
2000-01 | Torino (B) | 7 | - |
2001-02 | Bolton Wanderers | 9 | - |
Gen. 02 | Cosenza (B) | 8 | 1 |
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